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Brexit, Camera Lord si ribella ai piani del governo

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Con un emendamento al testo del progetto di legge sulla Brexit del governo May, la Camera dei Lord ha sconfessato di fatto il tentativo del partito dei conservatori di togliere ai cittadini della comunità europea di rimanere senza bisogno di visto o permessi nel Regno Unito. Ma nonostante la sconfitta parlamentare, la primo ministro intende fare scattare l’articolo 50 in due settimane di tempo.

Con 358 voti a favore e 256 contrari, la Camera alta britannica, che dispone dei numeri per mandare all’aria i progetti dei Tories del primo ministro Theresa May, ha modificato la legge fondamentale per avviare il processo di Brexit, che è destinata a gettare le basi per poter avviare le trattative per l’addio all’Ue.

I parlamentari pretendono di avere fin da subito garanzie sul rispetto dei diritti dei circa 3,3 milioni di cittadini europei già residenti nel Regno Unito. Centinaia di migliaia sono gli italiani che vivono nel paese. Si complicano così i piani del governo May, che vorrebbe fare appello entro fine marzo all’articolo 50 del Trattato di Lisbona, quello fondatore dell’Unione Europea che darebbe il via ai negoziati per uscire formalmente dall’area.

Con l’emendamento votato ieri sera, viene inserita nel testo una clausola importante, che obbliga il governo britannico a trovare una soluzione entro tre mesi dal ricorso all’articolo 50 per garantire che il futuro di chi è si è trasferito nel Regno Unito per lavoro o motivi familiari non sia compromesso.

Per dare un senso al voto espresso dal suo partito, e alla decisione inaspettata della Camera dei Lord di chiedere di apporre una modifica al disegno di legge, Lady Hayter, viceministro ombra laburista per la Brexit, ha spiegato che i diritti dei cittadini europei e dei britannici espatriati in altri Stati d’Europa “non vanno mercanteggiati gli uni contro gli altri”.