A cura di Matteo Oddi
Negli ultimi giorni il percorso che porta il Regno Unito fuori dall’Unione europea si è complicato ulteriormente, nonostante la recente mozione di sfiducia scansata dalla prima ministra Theresa May.
L’esito del voto del 15 gennaio, quando la Camera dei Comuni ha bocciato nettamente il piano presentato dal governo, ha aperto diversi scenari possibili:
- Lo studio un piano B (atteso oggi e da votare in aula il 29 gennaio).
- L’attuazione di una Brexit senza un accordo con Bruxelles (la cosiddetta “Hard Brexit”).
- Un nuovo referendum, con annessa proroga oltre i termini dettati dall’articolo 50.
- Dimissioni di Theresa May e nuove elezioni.
Questo confuso pantano in cui si ritrova la politica britannica ha contribuito a risvegliare l’interesse degli investitori d’Oltremanica nei riguardi delle criptovalute, complice il lancio delle operazioni con sterlina ed euro su Binance, il crypto exchange numero uno al mondo per volumi di scambio.
Giovedì scorso la società ha annunciato l’apertura delle registrazioni su Binance Jersey, un’entità indipendente da Binance.com e con sede nell’omonima isola britannica, territorio che vanta un governo e un sistema legislativo autonomi dal Regno Unito. L’exchange in questione si basa sulla stessa tecnologia di Binance e offre il trading su quattro coppie di valute: BTC/GBP, ETH/GBP, BTC/EUR ed ETH/EUR.
Pare che il sito sia stato “sopraffatto dalle registrazioni”, per usare le parole del CEO di Binance, Changpeng Zhao, e che debba già fare i conti con un arretrato di verifiche KYC” (Know Your Customer).
Per certi versi si tratta un film già visto, secondo Anatoliy Knyazev di Exante, che ricorda “l’impennata del prezzo del bitcoin all’indomani della consultazione referendaria sulla Brexit, quando siti come Kraken raddoppiarono i loro volumi di trading nello spazio di 24 ore”.