L’accordo raggiunto ieri tra Regno Unito e l’Unione europea, che potrebbe spianare la strada per la Brexit, non dirada le nubi sul futuro delle relazioni Londra-Bruxelles.
“È difficile speculare sugli sviluppi politici – specialmente nel Regno Unito – ma crediamo che l’accordo di Johnson abbia maggiori possibilità di passare rispetto a quello della May; l’incertezza infatti pesa sui dati e sul sentiment e questa potrebbe essere l’ultima possibilità per un deal Brexit più morbido” ha spiegato in una nota Esty Dwek, Head of Global Market Strategy Dynamic Solutions di Natixis Investment Managers.
In caso positivo, il periodo di transizione inizierà il 1° novembre e anche i negoziati commerciali inizieranno immediatamente.
“Questi limiti verrebbero prorogati, per cui uno status quo virtuale regnerebbe per più anni, ma senza incertezze. Ciò sarebbe accompagnato da una forte ripresa del mercato, con benefici finanziari, soprattutto perché anche i rendimenti aumenterebbero, rendendo più ripida la curva dei rendimenti” ha sottolineato ancora l’esperto, “la sterlina inglese continuerebbe il suo recente rialzo, rompendo l’1,30 contro il dollaro.
La domanda più grande è cosa succederebbe se il deal venisse respinto.
“Johnson spingerebbe di nuovo per le elezioni generali, anche se questo potrebbe richiedere un secondo referendum. C’è anche la possibilità di un governo custode, che potrebbe anche includere un referendum prima delle elezioni. In ogni caso, l’incertezza persisterà e i beni si ritireranno ai livelli recenti”
Che cosa prevede l’accordo
Entrambe le parti hanno convenuto di sviluppare un partenariato economico ampio ed equilibrato, che comprenda un accordo di libero scambio, nonché una più ampia cooperazione settoriale laddove vi sia un interesse reciproco.
Il partenariato economico dovrebbe pertanto garantire l’assenza di tariffe, tasse, oneri o restrizioni quantitative in tutti i settori. Saranno probabilmente incluse anche altre disposizioni sulla libera circolazione dei capitali e sui pagamenti relativi alle transazioni liberalizzate nell’ambito del partenariato economico, fatte salve eccezioni rilevanti.
Il principio della libera circolazione delle persone non dovrebbe applicarsi e le parti dovranno stabilire disposizioni in materia di mobilità: esenzione dal visto per i viaggi di breve durata, condizioni d’ingresso e di soggiorno, quali ricerca, studio e formazione.
La questione irlandese resta ancora aperta, in quanto in questo accordo l’Irlanda del Nord sarebbe legata a entrambe le parti dopo Brexit. L’Irlanda del Nord si troverebbe legalmente nell’unione doganale del Regno Unito, ma in pratica applicherebbe le norme e le procedure comunitarie in materia di tariffe, il che implica una frontiera nel Mare d’Irlanda.
Implicazioni per gli investimenti
“Manteniamo una visione costruttiva sulle attività di rischio, in quanto riteniamo che l’allentamento delle tensioni geopolitiche relative alla Brexit e ai dazi USA-Cina sosterrà il sentiment e che un no deal non sia probabile. Se l’accordo non fosse approvato nel Regno Unito, si potrebbe ancora registrare di nuovo una delusione.
E crediamo che alcuni risultati trimestrali decorosi potrebbero essere utili per prolungare il rally. Anche se i rendimenti sono stati sostenuti, non ci aspettiamo una mossa brusca fintanto che perdurino le smorzate aspettative di inflazione e le preoccupazioni per la crescita globale, ma i rendimenti potrebbero ancora aumentare se le incertezze globali continueranno a essere rimosse” ha concluso l’esperto di Natixis.
Verso un nuovo QE, in caso di no deal
Parlando delle prospettive per il mercato obbligazionario, Jamie Stuttard, Head of Global Macro Fixed Income di Robeco, ha spiegato in una nota:
“Anche se sembra poco probabile, nel caso in cui la House of Commons non dovesse riuscire a ratificare l’accordo e il Regno Unito si trovasse ad uscire dall’UE senza un accordo, i rendimenti dei Gilt a 10 anni potrebbero finire facilmente in territorio negativo.
In uno scenario di questo tipo sarebbe probabile una riattivazione del QE da parte della Bank of England a novembre. Nel terzo trimestre del 2016, a seguito del referendum sulla UE, è iniziata una spasmodica ricerca del rendimento nel reddito fisso. Tutti gli occhi sono puntati su sabato”.