Il governo di Theresa May alla fine ha deciso che non bypasserà il parlamento per fare scattare l’articolo 50. I deputati della Camera dei Comuni (Camera bassa) e dei Lord (equivalente al nostro Senato) si potranno così pronunciare sui tempi e le modalità dell’uscita dall’Unione Europea. Siccome la stragrande maggioranza dei politici con un seggio in aula era contrario alla Brexit è anche possibile che il processo di uscita dal blocco europeo venga intralciato dai parlamentari.
Allo stesso tempo non ci sarà un voto vero e proprio sulla questione, secondo quanto riferito da un portavoce della premier. May ha semplicemente accettato di consultare i parlamentari sui piani del governo, accettando che si tenga un dibattito in aula prima che venga fatto scattare l’articolo 50 dei trattati di Lisbona, che darà il via a un processo della durata di due anni.
Questa notizia ha spinto in rialzo la sterlina, che invece era crollata nei giorni scorsi dopo che aveva iniziato a prevalere la linea dura sia in Europa sia a Londra sull’iter di uscita dall’Ue del Regno Unito. La sterlina sta registrando il rialzo più imponente degli ultimi due mesi sul dollaro. La divisa britannica guadagna almeno lo 0,7% contro tutte e 31 le principali rivali sul Forex.
Le super potenze europee hanno fatto capire che non faranno concessioni a Londra, mentre May aveva detto che da marzo Londra avrebbe fatto scattare l’articolo 50 dei trattati di Lisbona, e che la Brexit sarebbe stata totale. Tuttavia un tribunale britannico deve ancora esprimersi in due udienze – una fissata per domani, l’altra per il 17 ottobre – sulla possibilità o meno da parte di Downing Street di prendere una simile decisione senza lasciare prima che il Parlamento possa esprimersi sulla materia.