Il voto parlamentare sul Brexit deal, dopo il rinvio rispetto alla data dell’11 dicembre, è stato fissato per la terza settimana di gennaio; lo ha annunciato alla Camera il primo ministro britannico, Theresa May.
La premier ha anche sottolineato che non verrà presa in considerazione l’ipotesi di ripetere un referendum popolare sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea: provocherebbe “danni irreparabili all’integrità della nostra politica”.
Il dibattito parlamentare sull’accordo raggiunto con l’Ue, definito tanto dalla May quanto dai vertici Ue come l’unico possibile e senza spazi di modifica, potrà dunque riprendere. Al momento è in atto un confronto in aula fra la premier e i parlamentari.
In verità, la scorsa settimana May aveva cercato, senza successo, di strappare a Bruxelles qualche concessione in più per rendere meno indigesto un Brexit deal definito dai critici come un tradimento al voto che ridurrebbe il Paese a uno “stato vassallo” dell’Ue.
Durante il confronto nella Camera dei Comuni l’ex ministro alla Brexit, Dominic Raab, ha ricevuto rassicurazioni dalla premier sul fatto che il governo sta preparando il terreno anche per una No deal Brexit, le cui probabilità sono assai cresciute nel corso delle ultime settimane.
Durissimo l’intervento del leader laburista, Jeremy Corbyn, che ha accusato May di aver gettato il Paese in una “crisi nazionale”. Preso atto che “il Brexit deal è immutato e che non cambierà, il parlamento dovrebbe procedere col voto e proseguire nel considerare alternative realistiche”.