ROMA (WSI) – E’ la Basilicata la regione italiana che soffrirà di più per la Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. A fare i calcoli è Nomisma che già alla vigilia del referendum britannico avvenuto il 23 giugno scorso aveva predetto che in caso di vittoria del fronte del Leave – cosa che è avvenuta – l’export dell’Italia avrebbe subito un calo del 5% forse anche del 9 in tre anni.
In Basilicata, a Melfi per l’esattezza, la Fca produce le sue vetture e l’anno scorso ha esportato Oltremanica 8mila euro tra 500x e Renegade. Dopo i lucani a soffrire per la Brexit in Italia saranno gli abruzzesi. La Regione vende ai sudditi di sua Maestà i prodotti delle sue industrie manifatturiere, mentre la gastronomia made in Italy è il fiore all’occhiello dell’export verso il Regno Unito per la Campania che si aggiudica il terzo posto nella classifica delle regioni in cui sarà più pesante l’effetto Brexit.
A livello generale l’Italia però rispetto ad altri paesi europei dovrebbe soffrire di meno visto che per le nostre imprese la Gran Bretagna rappresenta il 5,4% del totale dell’export. In compenso, l’avanzo della nostra bilancia commerciale è consistente: nel 2015 il saldo a favore dell’Italia è stato di quasi 12 miliardi di euro. Le regioni con un’esposizione al rischio Brexit superiore alla media sono in tutto sette tra cui spiccano ai primi posti l’Emilia-Romagna (il 6,2% del suo export è diretto Oltremanica), il Veneto (6%), l’Umbria (5,8%) e il Friuli-Venezia Giulia (5,7%). Quali settori saranno i più penalizzati? A detta della maggior parte degli analisti è il comparto dell’auto, quello che sarà più colpito a seguire il settore vinicolo e infine il turismo. Gli inglesi amano il Belpaese e dopo giapponesi e cinesi sono i più spendaccioni in Italia arrivando a spendere in media 123 euro al giorno. Insomma nonostante non ci sia stato il tanto temuto crollo dei mercati finanziari, l’effetto Brexit si farà sentire comunque sulle imprese italiane.