Brexit: la sospensione del Parlamento è illegittima. Nuovo schiaffo a Boris Johnson
La sospensione dei lavori del Parlamento inglese decisa dal premier Boris Johnson è illegittima. E’ arrivato il verdetto della Corte suprema britannica sulla prorogation, la proroga della chiusura estiva dei lavori delle Camere fra una sessione e l’altra, prevista dalla costituzione britannica, chiesta e ottenuta dalla Regina Elisabetta dal 9 settembre fino al 14 ottobre per arrivare ad una Brexit senza opposizioni e intralci.
Una decisione che rende più difficile la vita a Johnson e agli altri sostenitori di Brexit. La decisione della Corte potrebbe costringere il premier inglese a riaprire la sessione parlamentare con tre settimane di anticipo rispetto al 14 ottobre, la data del Queen’s speach, il tradizionale discorso della Regina che precede la riapertura dei lavori parlamentati.
Con queste tre settimane di attività in più, i parlamentari potrebbero avere il tempo di bloccare un tentativo dell’inquilino di Downing Street di abbandonare l’Unione Europea tramite un “no deal”, lo scenario più temuto.
La decisione è stata presa all’unanimità dagli 11 giudici della Corte suprema inglese. Per la Corte “il Parlamento deve riunirsi il prima possibile e decidere i prossimi passi”.
Il consiglio del Primo Ministro a sua maestà era illegale, nullo e senza effetto. La proroga era anche illegale, nulla e senza effetto. Il Parlamento non è stato prorogato“.
Nel frattempo nella giornata di ieri, la conferenza del Labour ha votato a maggioranza a favore della mozione sulla Brexit presentata da Jeremy Corbyn che impegna il partito a convocare un secondo referendum entro 6 mesi in caso di vittoria elettorale. Rinviata invece la decisione se impegnarsi fin d’ora a far campagna pro Remain o lasciare libertà di voto.