Il Regno Unito uscirà dall’UE il 29 marzo probabilmente senza un accordo commerciale in vigore. L’accordo di divorzio che la premier inglese Theresa May ha raggiunto faticosamente con l’Ue dopo un anno e mezzo di negoziati,è stato respinto a stragrande maggioranza in un voto parlamentare il 15 gennaio. Nel mese successivo alla sconfitta clamorosa, la May ha cercato di concordare modifiche al pacchetto di divorzio per renderlo accettabile ai membri del suo Parlamento.
Momento chiave sarà il vertice di fine marzo a Bruxelles. Alcuni ministri del governo inglese credono che la minaccia di un disastro economico costringerà gli oppositori a sostenere il piano della May, mentre altri funzionari governativi ritengono che una tale strategia sia troppo rischiosa e debba essere fermata. Secondo quanto riferiscono fonti vicine a Bloomberg, Theresa May, d’accordo con i vertici europei, potrebbe volare a Bruxelles per un vertice dell’ultimo minuto il 21 marzo prossimo, nel tentativo di ottenere ulteriori concessioni. Per facilitare questa strategia, ieri la May ha trascorso due ore e mezza dalla Camera dei Comuni, nel tentativo di chiedere tempo ai rappresentanti per portare a casa condizioni migliori sull’accordo. Una strategia rischiosa che troverebbe conferma nelle rivelazioni di Oliver Robbins ad ITV News. Il capo negoziatore della Brexit avrebbe fornito prove in merito al tentativo da parte della Premier di spingere il Parlamento ad esprimersi sull’accordo con l’Ue nell’ultima settimana di marzo. A quel punto la scelta proposta ai Comuni sarebbe tra l’accordo rinegoziato oppure continuare nelle trattative con Bruxelles, quindi un periodo di tempo molto lungo.
Dal canto suo il segretario per la Brexit, Stephen Barclay, ha minimizzato la possibilità di un’estensione dell’articolo 50. Barclay dice che il ritardo sarebbe “dirompente” e non è nel piano del governo.