Le conseguenze della Brexit passano anche da un intervento della Royal Navy. Due navi da guerra britanniche, la Severn e la Tamar, hanno dissuaso con successo la prosecuzione di una protesta dei pescatori francesi le cui imbarcazioni, circa una cinquantina, avevano raggiunto le acque vicine all’isola britannica di Jersey. La rabbia dei pescatori francesi era montata in seguito all’applicazione degli accordi post-Brexit sulla propria attività da parte del governo autonomo di Jersey.
Le navi da guerra britanniche erano state inviate nella zona nelle prime ore del mattino, su indicazione del primo ministro Boris Johnson, deciso a scoraggiare il tentativo di bloccare l’isola di Jersey, che dipende dalla Corona. Anche la Francia ha in seguito inviato due pattugliatori. Ma nelle prime ore del pomeriggio di oggi (6 maggio) la protesta è rientrata e le acque della Manica sono state abbandonate dai pescherecci francesi.
Brexit: il nodo delle licenze
In seguito alla Brexit il governo locale di Jersey, a partire dalla scorsa settimana, ha iniziato a limitare le licenze che consentono la pesca nell’area dell’isola, distante appena 22 chilometri dalla Normandia. Senza le carte necessarie ai non sarebbe consentito ai pescherecci francesi l’accesso in quella zona.
La reazione dei pescatori francesi è andata nella direzione dello scontro, con il tentativo di creare un blocco navale intorno alla capitale di Jersey – che nel frattempo ha chiesto e ottenuto l’aiuto del governo britannico (con il premier che ha parlato di un “incrollabile sostegno a Jersey”).
Non sono mancanti anche momenti di vero scontro: con un peschereccio francese che è andato a speronare un natante inglese, che stava compiendo un’attività di pesca nell’acque di Jersey, costringendolo a tornare nel porto della capitale St Helier.
Il segretario di Stato francese agli Affari europei Clément Beaune ha dichiarato di essersi confrontato con il suo omologo David Frost chiarendo “la volontà di non alimentare tensioni ma di avere un’applicazione rapida e completa dell’accordo” del dopo Brexit. Ma ha anche aggiunto: le “manovre” britanniche, con tanto di navi da guerra, “non devono intimidirci”.