È già azzoppato prima di nascere il “piano B” di Theresa May per la Brexit, che sarà presentato oggi in Parlamento dalla premier britannica. Dopo che la settimana scorsa Westminster ha bocciato l’accordo su Brexit da lei negoziato con l’Unione Europea, la premier britannica ha avviato un dialogo diretto con deputati di tutti i partiti per trovare un compromesso accettabile dalla maggioranza dei deputati.
Dopo una settimana di intense trattative, ieri la premier britannica in una conference call con i suoi ministri ha spiegato che un piano alternativo è quello di negoziare un trattato bilaterale con la Repubblica d’Irlanda bypassando la Ue. In pratica, secondo la premier un’intesa diretta tra Londra e Dublino su come mantenere aperto il confine tra le due Irlande risolverebbe il problema della ‘backstop’, su cui la Ue non transige per l’intesa sul divorzio.
Questo, nelle intenzioni della May, le consentirebbe di superare il no del Parlamento. Da quanto emerso nelle ultime ore, Dublino però non avrebbe alcuna intenzione di rompere il fronte comune finora mantenuto con Bruxelles e gli altri Paesi membri e lanciarsi in negoziati bilaterali. “Non c’è alcuna speranza”, secondo quanto hanno dichiarato fonti del Governo irlandese. E l’Eurogruppo dovrebbe confermare questa versione.
Per May i problemi non finiscono qui. Ad alimentare il caos del divorzio tra Londra e Bruxelles, si è aggiunta una mozione annunciata per oggi stesso da un fronte formato da deputati delle opposizioni e ribelli Tory (ossia del suo partito dei conservatori) che mira a imporre all’esecutivo l’obbligo di chiedere a Bruxelles un’estensione dell’articolo 50 e un rinvio dell’uscita dall’Ue già fissata per il 29 marzo laddove la premier non fosse in grado di far approvare in Parlamento un nuovo piano per fine febbraio.
L’idea, secondo le ultime indiscrezioni, sarebbe quella di annullare la Brexit per poi riproporla tra qualche anno, forse due.
L’iniziativa, promossa dalla laburista Yvette Cooper e dal conservatore eurofilo Nick Boles, si affianca a un emendamento analogo preannunciato da Dominic Greve, capofila dei dissidenti Tory pro-Remain. Secondo il quotidiano britannico Guardian ha il sostegno anche del leader del Labour, Jeremy Corbyn, deciso a evitare il rischio che il governo possa dar luogo alla fine a una Brexit senza accordo, il famigerato scenario di ‘no deal’ che viene ritenuto dalla maggior parte di analisti, politici e commentatori un esito disastroso.