C’era da aspettarsi una clamorosa rottura delle trattative. Nonostante il clima infuocato, ripartono oggi le trattative tra Londra e Bruxelles sulla Brexit. Anche se il risultato resta in bilico.
Negoziato a colpi di ultimatum
Dopo l’ultimatum del premier britannico Boris Johnson che qualche giorno fa aveva prospettato il No deal se entro il 15 ottobre non fosse stato possibile raggiungere un accordo, ieri è stata la volta dell’Unione europea di minacciare “ritorsioni legali” nei confronti di Londra, se il governo UK non ritirerà la controversa proposta di legge sul mercato interno, che mira a modificare alcuni passaggi-chiave dell’accordo sulla Brexit già sottoscritto l’anno scorso.
“A dispetto del clima pessimo, l’impressione è che nessuna delle due parti voglia essere la prima a sbattere la porta e andarsene” scrive la BBC. In altre parole, nessuno vuole assumersi la responsabilità del fallimento.
Non solo. Entrambe le parti sanno bene le conseguenze negative a cui andrebbero incontro in caso di mancato accordo.
Barnier: Ue flessibile per aggirare linee rosse Uk
“Per concludere un futuro partenariato, la fiducia reciproca è e sarà necessaria. I capi negoziatori e le loro squadre rimarranno in contatto nei prossimi giorni. Allo stesso tempo, l’Ue sta intensificando il lavoro di preparazione per essere pronta per tutti gli scenari il primo gennaio 2021” ha affermato in una nota il capo negoziatore Ue per la Brexit, Michel Barnier, al termine dell’ottavo ciclo di negoziati sul futuro partenariato Ue-Regno Unito che si è svolto questa settimana a Londra. “L’Ue resta impegnata in un ambizioso partenariato futuro con il Regno Unito. Ciò andrebbe chiaramente a vantaggio di entrambe le parti. Nessuno dovrebbe sottovalutare le conseguenze pratiche, economiche e sociali di uno scenario di no deal’, ha messo in guardia il francese. Barnier ha poi ricordato che l’Unione europea ha mostrato “flessibilità per aggirare le linee rosse del Regno Unito e trovare soluzioni che rispettino pienamente la sovranità ” di Londra. In particolare per quanto riguarda il “ruolo della Corte di giustizia europea, la futura autonomia legislativa del Regno Unito e la pesca”. “Tuttavia – ha ammesso Barnier – il Regno Unito non si è impegnato in modo reciproco sui principi e sugli interessi fondamentali dell’Ue”, ribadendo che “permangono differenze significative in settori di interesse essenziale per l’Unione”.
Mentre non accenna a placarsi lo scontro tra Londra e la Ue sulla Brexit, sul mercato valutario, paga pegno la sterlina, che resta debole : l’euro allunga a 0,9225 pound da 0,9159.