LONDRA (WSI) – Il contagio si sta propagando in fretta in tutto il Regno Unito. In tutto sono ormai diventati sette i gruppi di investimento immobiliare che hanno deciso di “sequestrare” i soldi dei risparmiatori, bloccando temporaneamente le richieste di riscatto: dopo Standard Life, Aviva Investors, M&G, altri quattro fondi hanno reso noto di aver deciso di congelare le richieste di riscatto degli investitori.
L’ultimo in ordine di tempo a dare la notizia è stato Aberdeen Asset Management, che ha deciso di bloccare i riscatti degli investitori che hanno puntato sui suoi fondi immobiliari del Regno Unito. Il timore dei gruppi britannici è che la clientela proceda al riscatto dei propri investimenti per paura di una perdita di valore dei propri asset immobiliari come conseguenza della Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Magari in questo modo la fuga di capitali è scongiurata, però la crisi di fiducia nel settore non viene che alimentata. Nel caso di Aberdeen il congelamento delle richieste di riscatto avrà una durata limitata, di sole 24 ore, ma in molti altri casi lo stop è stato ordinato per quasi un mese.
Nelle ultime ore concitate il congelamento delle attività di trading dei veicoli di investimento immobiliare si sono succedute con un ritmo serrato che ha fatto gridare al contagio. Nelle sale operative e nelle newsletter degli analisti si parla di effetto domino e di circolo vizioso, che rischia di mettere KO l’intero mercato immobiliare del Regno Unito.
Come, forse peggio, di Bear Stearns
La crisi è reminiscente di quella americana all’alba della crisi dei mutui subprime quando gruppi come Bear Stearns hanno pagato cara la propria esposizione al mercato del mattone. Otto anni fa la banca Bear Stearns fu costretta a liquidare due fondi legati al mercato immobiliare.
Le prime società di gestione patrimoniale a dare l’annuncio sono state Standard Life e Aviva Investors. In tutto ora i gruppi coinvolti sono sette. Ormai sui mercati è il panico e i titoli in borsa continuano a cedere terreno. La tabella qui sotto riportata mette in fila i principali fondi immobiliari del Regno Unito coinvolti nella crisi, influenzando anche le attività nell’economia reale, come le costruzioni e le compravendite di case.
Nel pomeriggio di ieri Columbia Threadneedle ha reso noto che gli investitori non potranno né acquistare né vendere le azioni che detengono nei suoi fondi Threadneedle UK Property Authorised Investment Fund e Threadneedle UK Property Authorised Trust. La società ha motivato la decisione con “l’incertezza dei mercati successiva ai risultati del referendum sulla Brexit“.
Il congelamento delle richieste di riscatto è stato deciso anche da Henderson Global Investors, che ha sospeso ogni tipo di attività di trading di uno dei suoi fondi immobiliari nel Regno Unito, del valore di ben 3,9 miliardi di sterline.