Brexit: settimana decisiva per trovare un accordo, fari sul Consiglio europeo
Il Regno Unito percorrerà ogni strada per raggiungere un accordo commerciale sui rapporti post Brexit con l’Unione europea. Lo ha detto il premier britannico Boris Johnson parlando al telefono nel fine settimana con il presidente francese Emmanuel Macron.
In particolare, Johnson avrebbe evidenziato che per questo obiettivo è necessario fare progressi nei prossimi giorni e ha chiarito che il Consiglio europeo del 15 ottobre e del 16 ottobre è il termine ultimo per trovare un accordo sulla Brexit.
“Johnson ha confermato l’impegno del Regno Unito ad esplorare ogni strada per raggiungere un accordo”, si legge in una nota diffusa da Downing Street dopo la telefonata.
Secondo il premier britannico, i prossimi giorni saranno decisivi per capire se si potrà colmare la distanza tra le parti, tramite il processo affidato ai capi negoziatori David Frost e Michel Barnier.
Stop alle trattative o avanti con mini-accordi?
Nei primi giorni di settembre, Boris Johnson aveva lanciato l’ultimatum alla Ue, indicando il 15 ottobre come data ultima per raggiungere un accordo sulla Brexit. In caso di mancata intesa entro quella data, Londra avrebbe abbandonato il tavolo dei negoziati, aprendo così la strada al “no deal”, un divorzio senza accordi che avrà pesanti conseguenze, a partire dal ritorno di dazi e dogane.
Tuttavia secondo quanto riporta il Times, negli ultimi giorni l’Unione europea e la Gran Bretagna avrebbero concordato di continuare i negoziati anche se non sarà raggiunto un accordo al vertice Ue di questa settimana, per evitare i più temuti effetti di un ‘no deal’ e arrivare a dei ‘mini-accordi’ che possano tamponare gli effetti immediati dell’uscita del Regno Unito dall’Ue senza un accordo, in particolare nei settori dei trasporti aerei e stradali.
Quindi Gran Bretagna e Ue sarebbero pronte a continuare il confronto a novembre, con l’obiettivo di raggiungere dei ‘mini-accordi’ se al Consiglio europeo della settimana prossima non sarà raggiunta un’intesa complessiva sui capitoli più urgenti: commercio, trasporti e migrazione.