Economia

Brexit, spauracchio “no-deal”: costo economico salato e volatilità estrema

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Le possibilità che il Regno Unito abbandoni l’area Ue senza un accordo tra le due parti stanno crescendo. Ad agosto Liam Fox, la segretaria britannica del commercio internazionale, pensava che la chance di trovare un’intesa era del 60%. Altri funzionari inglesi pensano che le chance siano piuttosto del 50-50%, mentre le aziende e le agenzie di rating iniziano a lanciare allarmi circa un temuto scenario di ‘no-deal’.

Fitch ha avvisato che l’eventualità di arrivare alla scadenza di marzo 2019 senza un accordo sarebbe “deleteria e acrimoniosa”. Visto “l’intensificarsi delle divisioni politiche interne nel Regno Unito e gli scarsi progressi fatti nelle trattative con l’Ue”, una Brexit senza intesa è sempre più probabile, secondo l’agenzia americana.

Quale sarebbe l’impatto sui mercati finanziari di un simile evento? Il team di Asset Management di Columbia Threadneedle Investments ha provato a dare una risposta. Il Fondo Monetario Internazionale stima che i costi economici per Londra sarebbero pari a quasi il 4% del Pil da qui al 2030.

Il Fondo prevede inoltre che, in caso di Brexit senza intesa, l’UE perderà l’1,5% cel Pil nello stesso arco di tempo. Questo è dovuto al fatto che il Regno Unito rappresenti il terzo partner commerciale più importante dell’Europa: da quell’area proviene infatti il 13% dei beni e servizi importati.

Non per tutti i parlamentari britannici l’impatto economico sarà negativo in caso di scenario no-deal. Alcuni deputati sono convinti del contrario, ma le analisi effettuate sinora dal governo di Theresa May dicono che se Londra tornasse alle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), nei prossimi 15 anni la crescita del paese sarebbe ridotta dell’8% rispetto alle stime attuali.

Se la Brexit renderà le attività di scambio commerciale troppo complicate e costose, è chiaro che molte banche e società del settore dei trasporti o dell’auto, come Airbus o BMW, saranno costrette a interrompere le loro operazioni nel Regno Unito.

Italia più determinante di Brexit per futuro Borse europee

Sebbene i gruppi e le multinazionali quotati in Borsa siano più al sicuro rispetto alle imprese più piccole che non generano ricavi all’estero, gli osservatori e commentatori di mercato sono pessimisti sulle prospettive della Borsa di Londra. I titoli più focalizzati sulle attività domestiche, che hanno infatti sottoperformato da quando si è tenuto il referendum a giugno del 2016, sono quelli che saranno maggiormente colpiti dalle vendite.

I mercati in generale saranno caratterizzati da una volatilità elevate, secondo Columbia Threadneedle Investments. Nel primo trimestre di quest’anno, mentre i colloqui sulla Brexit proseguivano, la prova dell’indice FTSE 100 è stata una delle più deboli in assoluto nel mondo. I tre mesi successivi, invece, la Borsa della City ha registrato uno dei risultati più positivi.

L’impatto sui mercati europei, invece, non è detto che sia così negativo. Subito dopo il voto sulla Brexit, le Borse europee – per paura dell’impatto negativo del divorzio di Londra sui gruppi esportatori quotati – hanno perso il 7% (indice paneuropeo EuroStoxx 60o). Ma non tutti i comparti e aziende saranno influenzati allo stesso modo e la maggior parte degli analisti di mercato è convinta che l’area europea andrà meglio di quella inglese in Borsa.

I rischi rimangono, specie per chi come le case automobilistiche tedesche fa buona parte dei propri affari con il Regno Unito. E in tutti casi la volatilità è inevitabile, anche perché non ci sono solo i timori legati alla Brexit a occupare le menti degli investitori nei mercati europei. Tra i fattori di pericolo si possono citare il braccio di ferro sul deficit e sulla legge di bilancio tra Italia e Ue, la fine del Quantitative Easing della Bce e la guerra commerciale sino americana.

Anche se l’esito della Brexit resta una preoccupazione, non è detto che sarà la questione più calda nei prossimi mesi. Secondo la società di asset management, l’Italia determinerà il futuro dei mercati azionari europei. “E in ogni caso, anche un deterioramento della situazione dei mercati offrirà con ogni probabilità delle opportunità di guadagno per alcuni investitori”.