Economia

Brexit svizzera, al referendum prevale il no

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Brexit svizzera, al referendum vince il no

La Svizzera dice no allʼiniziativa della destra sovranista che chiedeva la fine della libera circolazione delle persone con i Paesi dellʼUnione europea. Gli elettori elvetici, chiamati ad esprimersi sull’argomento tramite un quesito referendario, hanno respinto il testo da una maggioranza dei 26 cantoni e semi-cantoni

In controtendenza il risultato del Ticino, dove i voti a favore sono stati il 53,1% contro il 46,9% contrari.

Il referendum è stato proposto dall’Unione Democratica di Centro – il partito di destra che controlla il maggior numero di seggi al Consiglio nazionale, la camera bassa svizzera – che da molti anni insiste sulla necessità di imporre delle quote per i cittadini europei che scelgono di vivere e lavorare in Svizzera.

Orientate al “no” anche le associazioni delle imprese. Per Economiesuisse, la Confindustria elvetica, si trattava di difendere le libertà legate al principale mercato di sbocco delle merci: circa il 55% dell’import-export totale della Svizzera riguarda l’Ue a 27.

No alla Brexit svizzera

Nel 1999 Berna e Bruxelles hanno firmato sette accordi bilaterali, successivamente confermati da referendum in Svizzera. Quello sulla libera circolazione, contiene la cosiddetta “clausola ghigliottina”, in base al quale la disdetta di ognuno degli accordi comporta la disdetta di tutti gli altri.

La vittoria del Si, avrebbe avuto dunque anche un impatto su diversi accordi che riguardano trasporti aerei e terrestri, ricerca, agricoltura, ostacoli tecnici al commercio e appalti pubblici.

La Svizzera conta più di due milioni di residenti stranieri a fronte di poco più di 8,6 milioni di abitanti.
A questi vanno aggiunti 
i frontalieri, lavoratori che ogni giorno varcano il confine per andare al lavoro. Tra i residenti, gli italiani sono più di 640mila, più della metà dei quali con la doppia cittadinanza.