Dopo otto ore di colloqui intensi à arrivato il sì a una nuova proroga per la Brexit. Lo ha deciso ieri il Consiglio d’Europa che, al termine di un vertice straordinario fiume, ha concesso al Regno Unito un’estensione dell’articolo 50 al 31 ottobre. L’obiettivo è quello di trovare un accordo di divorzio con la Ue, evitando lo sfacelo di una separazione traumatica, che secondo il vecchio calendario si sarebbe compiuta domani.
“I 27 ed il Regno Unito hanno concordato una proroga flessibile fino al 31 ottobre. Questo significa ulteriori sei mesi per il Regno Unito per trovare la migliore soluzione possibile” ha scritto ieri su Twitter il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.
Qualcuno l’ha già ribattezzata una Halloween-Brexit, perché le lancette dell’orologio del divorzio del Regno Unito ora sono spostate al 31 ottobre. È la Francia l’unico paese ad aver spinto per una deadline pre primo novembre, quando si deciderà che salirà alla presidenza della Commissione Europea al posto di Jean-Claude Juncker. Il timore del presidente Emmanuel Macron era che Londra potesse compromettere i piani di “rinascita” dell’Europa unita boicottando il progetto dall’interno.
Con estensione flessibile, palla è nel campo di Westminster
“Un’estensione flessibile, un po’ più corta di quanto prevedevo, ma ancora abbastanza, per trovare la soluzione migliore. Non buttate via questo tempo” prezioso, ha ammonito Tusk, rivolgendosi ai Comuni “che ora hanno la partita nelle loro mani”.
Grazie all’elemento di flessibilità introdotto nella proroga, i deputati potrebbero decidere il divorzio a stretto giro, mettendo fine alla coabitazione forzata con l’Ue. Condizione posta dall’Unione europea per ottenere la proroga: la partecipazione della Gran Bretagna alle elezioni Europee, pena trovarsi catapultata fuori dal blocco senza un accordo, il primo giugno.
A favore della decisione della proroga al 31 ottobre – che coincide con la scadenza del mandato dell’esecutivo di Juncker – ha giocato la speranza che il nuovo dialogo lanciato dalla premier britannica col leader Labour Jermey Corbyn, possa portare i suoi frutti a breve, e permettere finalmente di aprire un nuovo capitolo. Probabilmente con Londra che rimarrebbe nell’unione doganale.
La scelta del 31 ottobre non è casuale
Questa data permetterà ai Ventisette di avere via libera nelle decisioni sulle nomine del candidato alla presidenza della nuova Commissione europea e poi anche della Ue: in questo modo il funzionamento dell’Unione europea non sarà ostaggio degli umori di Londra e non ci sarà un commissario britannico perché l’esecutivo Ue si insedierà dopo il 31 ottobre.
Il popolo britannico parteciperebbe alle elezioni europee del 23-26 maggio, ma gli eurodeputati eletti si ritirerebbero al momento della Brexit. Se il Regno Unito decidesse di non partecipare al voto Ue, la Brexit scatterà invece il primo giugno.