Un anno dopo il via libera definitivo alla Brexit, la maggioranza degli elettori britannici (più di 6 elettori britannici su 10) boccia il divorzio con l’Unione europea, giudicandolo negativamente. È quanto emerge dall‘ultimo sondaggio condotto dall’Observer, che indica anche che il 42% di coloro che nel 2016 votarono Leave hanno oggi una visione negativa di come sia andata la Brexit finora. Solo il 14% di tutto l’elettorato ritiene che sia andata meglio di quanto ci si aspettasse.
Tra gli elettori del Remain, che al contrario volevano restare nell’Ue, l’86% ha dichiarato che le cose sono andate male o peggio del previsto.
Il dato più sorprendente, è che i Leaver sono ora più esitanti rispetto ai benefici della Brexit rispetto a quanto ritenessero in precedenza. Se durante il processo della Brexit, ogni volta che si poneva la domanda “la Brexit è bene o male? tutti i Remainer rispondevano “male” e tutti i Leaver rispondevano “bene”, di fatto annullandosi a vicenda, adesso, invece, è aumentata la percentuale di chi ha votato per lasciare l’Ue che ritiene che sia andata male. Solo il 17% dei Leaver risponde: “Mi aspettavo che andasse bene e così è stato”.
Brexit: dal primo gennaio, nuove restrizioni
Dal primo gennaio 2022, intanto, dopo numerosi rinvii e proroghe, anche il Regno Unito attiverà i controlli alle merci in import dall’Unione Europea (l’UE applica i controlli doganali sulle merci provenienti dal Regno Unito da gennaio 2021). Con il nuovo anno gli operatori saranno dunque tenuti a rispettare una serie di nuovi importanti adempimenti, che potrebbero complicare il commercio in particolare per le piccole aziende, specialmente nel settore alimentare e agricolo.
Ma qual è il prezzo esatto dell’uscita del Regno Unito dalla Ue? Al momento, non ci sono risposte certe, sia per il breve lasso di tempo trascorso.
Secondo l’Ufficio per la responsabilità del bilancio (OBR), un’agenzia indipendente del governo britannico, il PIL britannico si è contratto dello 0,5 per cento nei primi quattro mesi del 2021 a causa della confusione e della riorganizzazione dovuta al nuovo accordo commerciale fra il Regno Unito e i paesi dell’Unione Europea, meno favorevole rispetto a quando il Regno Unito faceva parte dell’UE.
Nel più lungo periodo, l’economia britannica subirà nel corso del tempo un calo del 4 per cento rispetto alla crescita prevista se il referendum del 2016 avesse respinto la Brexit. Più di recente la Commissione Europea ha stimato che entro il 2022 il Regno Unito perderà il 2,25 per cento del PIL per via del nuovo accordo commerciale.