Economia

Brexit: partita che si concluderà con fallimento di tutti

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ROMA (WSI) – Le trattative tra il Regno Unito e i rappresentanti dell’Ue per scongiurare lo scenario Brexit sono andate avanti per tutta la notte. Risultato: nulla di fatto, con il premier britannico David Cameron che ha lasciato il tavolo dei negoziati alle ore 5.30 locali, senza rilasciare alcuna dichiarazione alla stampa su eventuali progressi negli incontro. Dal canto suo Donald Tusk, numero uno del Consiglio europeo, si è limitato a dire:

“Abbiamo fatto qualche progresso ma rimane molto ancora da fare”.

No deal yet: David Cameron in late-night talks with European Council president Donald Tusk and European Commission president Jean-Claude Juncker.

Gli incontri sono ripresi nella giornata di oggi.  I punti cruciali su cui non si riesce a trovare un accordo sono diversi, tra cui:

  • la durata del piano volto a limitare i benefit aziendali agli immigrati  provenienti dai paesi Ue che trovino lavoro nel Regno Unito.
  • le restrizioni sui benefit a favore dei figli di immigrati Ue, nel caso in cui i figli non vivano nel Regno Unito.
  • Modifiche al trattato dell’Unione europea con cui si stabilisca che il Regno Unito è esentato formalmente dal perseguire una “Unione europea ancora più compatta”.

La situazione è in divenire, ma un chiaro allarme arriva da Denis MacShane, ex ministro del Regno Unito per l’Europa e autore di “Brexit: How Britain Will Leave Europe”. A suo avviso, in queste trattative febbrili che stanno decidendo il destino dell’UK e dell’Europa stessa, perderanno tutti, in quanto sia i britannici che l’Ue ne emergeranno più deboli.

“Se i leader dell’Unione europea si arrenderanno alle richieste (del premier Cameron) sul riconoscere al Regno Unito uno status speciale all’interno dell’Europa; se permetteranno al Regno Unito di adottare una politica discriminatoria nei confronti di cittadini Ue che lavorano nel paese; o se conferiranno alla City di Londra il diritto di ignorare le regole Ue comuni che sono state varate per le banche e per favorire l’integrazione dell’Eurozona, tutto ciò incoraggerà qualsiasi altro politico (partito) nazionalista e populista ad avanzare simili richieste.

MacShane continua:

“Cameron si rifiuta di accettare qualsiasi rifugiato che provenga da paesi nel caos del Medio Oriente e dalla Libia, che i gravi errori della politica estera del Regno Unito hanno trasformato in zone di guerra, dove ognuno è messo contro l’altro. Se sarà ok per il Regno Unito, perchè un altro qualsiasi leader dell’Ue dovrebbe seguire l’appello lanciato da Angela Merkel sulle quote e mostrare generosità verso questi rifugiati disgraziati?  Stando al settimanale di politica francese “Le Point”, Cameron è stato accolto come una star dal partito populista estremo del Fronte Nazionale. Marine Le Pen ha detto che seguirà l’esempio del Regno Unito e chiederà un trattamento speciale per la Francia e anche un referendum Frexit sul futuro della Francia in Europa”.

Se l’Ue dovesse accettare anche una sola richiesta avanzata da Cameron, la spaccatura all’interno dell’Europa tra paesi del Nord e paesi del Sud sarebbe inoltre difficile da sanare, come scrive il politico britannico.

“L’idea di Cameron di versare i benefit a seconda di quanto un lavoratore immigrato percepisce nella sua patria è un’idea molto attraente per gli Stati membri più ricchi, ma è un incubo per i paesi dell’est e del sud-est che esportano lavoro nel paese”.

Lo scenario Brexit sarà ancora più terrificante, sia per il Regno Unito che per l’Europa intera:

“Se il Regno Unito lascerà l’Ue sarà il peggior momento di disintegrazione dell’Europa dagli anni Trenta. Il Regno Unito perderà lo status con la comunità internazionale di investitori, con Washington, e vedrà visto alla stregua di un’isola dai poteri marginali da economie di paesi in via di sviluppo come India e Cina”.

Dal canto suo:

“L’Europa perderà la sua economia più dinamica, che sa come creare posti di lavoro e che è un importante attore globale della scacchiera geopolitica. E chi si sta strofinando le mani tutto soddisfatto nel pensare al Brexit è Vladimir Putin, che odia trattare con l’Unione europea, dal momento che l’Ue vuole relazioni bilaterali solo con nazioni individuali, mentre la Russia sarà sempre la più grande all’interno di una stanza”.