di Lorena Polidori
Ci ricordiamo dell’Ecu? Quella moneta che tanti anni fa fece da trampolino di lancio all’Euro. Il procedimento di creazione di una nuova moneta si sta ripetendo ma – geograficamente parlando – dall’altra parte del mondo.
Ad essere più precisi, nel mondo dei BRICS.
Il vertice dei BRICS in Sudafrica
Ad agosto i BRICS si sono riuniti in Sudafrica, con tutti i leader dei paesi in presenza ad eccezione di Putin, sul quale pende dal 17 marzo scorso un mandato di cattura emesso dalla Corte Penale Internazionale. Essendo il Sudafrica un paese aderente alla Corte Penale dell’Aia, il suo arresto sarebbe stato inevitabile.
In questa occasione, più paesi hanno formalmente e informalmente manifestato la volontà di voler entrare a far parte del gruppo dei BRICS. Tra questi, Venezuela, Kenya, Argentina, Arabia Saudita, Iran, Emirati Arabi. In particolare, questi ultimi tre paesi che si stanno sempre più allontanando dall’America e sono molto importanti sia per il petrolio sia per la loro posizione geografica.
Obiettivo: creare un alter ego al G7
Stiamo parlando di paesi e popoli molto distanti tra loro per cultura e valori ideologici ma, nonostante la difformità di carattere culturale e politica, la loro marcia per arginare l’ingerenza nei loro governi dell’Occidente e divenire l’alter ego al gruppo del G7 è a quanto pare inarrestabile, nonostante molti di loro godano di ottimi rapporti con i paesi appartenenti al G7 stesso.
Dei buoni rapporti con il G7 ne fornisce dimostrazione l’India. Il primo ministro indiano, Modi, arriverà al G7 in Germania come invitato speciale, dopo aver partecipato all’incontro dei BRICS. Una Nuova Delhi che si muove tra la compattezza dell’Occidente – dimostrata sia nella guerra in Ucraina che nella unità di valori democratici – e l’eterogeneità del gruppo BRICS in cerca dell’alternativa all’attuale ordine mondiale a trazione Occidentale.
Proprio per arginare questa diversità che il presidente Xi Jinping invita tutti a lavorare in modo coeso per portare avanti le relazioni nel panorama internazionale e raggiungere lo scopo prefissato dai BRICS di costruire il nuovo ordine anti Occidente, antitesi di Nato e Fmi.
La sfida al dominio dell’Occidente
A proposito di FMI è opportuno sottolineare che i BRICS si sono già dotati di una banca e stanno dando il via a una nuova valuta che andrà presto a sostituire il dollaro americano. In agenda sono previsti i pagamenti per abbandonare il dollaro e commerciare in valute nazionali.
Anche se molti paesi hanno già spostato l’utilizzo dello yuan nelle trattative commerciali internazionali, i mercati emergenti dovranno coordinare il cambiamento dal dollaro.
Materie prime e demografia, il primato dei BRICS
Il nuovo raggruppamento detiene il 45% della produzione mondiale di petrolio, possiede importantissimi settori di minerali di ferro, carbone e rappresenta il 40% della popolazione del pianeta. Sono economie che si espanderanno con aumento costante della popolazione, aggiungendoci poi il settore dell’agricoltura dove svolgono un ruolo determinante arriviamo a fotografare un quadro di dati economici che il fronte Occidentale deve tenere bene in considerazione, non sottovalutare e non ignorare.
Il G7 chiamato a confronto nei parametri demografici ha una popolazione delle sette maggiori economie che non arriva neanche a 700milioni di persone, tra questi Italia e Giappone sono in piena crisi demografica che significa decrescita costante. Aspetti economici che sono ben chiari a Lula Presidente del Brasile che proprio ieri nella sua diretta settimanale ha affermato che l’ingresso di Arabia Saudita, Argentina e gli altri paesi sopra citati, renderà il gruppo più forte e potente, insistendo poi sulla creazione di una nuova valuta in sostituzione del dollaro portando ad esempio proprio la creazione dell’euro.
Guarda l’intervista a Giuliano Noci, Prorettore per la Cina del Politecnico di Milano, intervistato da Leopoldo Gasbarro per parlare di Brics e nuovi equilibri economici internazionali.