Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – La Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo disponendo l’acquisizione del film di Enrico Deaglio «Uccidete la democrazia!», nel quale il giornalista del Diario ipotizza presunti brogli elettorali nelle scorse elezioni politiche.
IL FILM – Il film – che sarà nelle edicole insieme a Diario dal 24 novembre – è composto da 90 minuti serrati, spesso inquietanti, a volte divertenti, con un montaggio da documentario-inchiesta alla Michael Moore, ma con l’aggiunta di immagini di repertorio e intermezzi di fiction. Il film parte con la ricostruzione della notte delle elezioni, con i dati che non arrivano, con Prodi che dice «Non riesco a capire cosa stia succedendo» e il ministro Pisanu convocato d’urgenza a Palazzo Grazioli da Berlusconi.
Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul
link INSIDER
Il racconto di quelle ore concitate è affidato a una Gola profonda, impersonata dall’attore Elio De Capitani, già Berlusconi nel «Caimano» di Nanni Moretti. Pisanu, dice la Gola Profonda, «l’hanno costretto, letteralmente costretto ad andare», trovandosi di fronte un Berlusconi furibondo, che «gli grida in faccia che non è disposto a perdere per una manciata di voti».
IL PRESUNTO TRUCCO – Poi Pisanu torna al Viminale, dove l’Unione ha mandato i suoi uomini a controllare la situazione. Poi un Fassino stravolto rompe gli indugi, e annuncia ai giornalisti che l’Unione ha vinto. Cosa è successo? Secondo il film, il truccò delle schede bianche è stato sospeso in extremis da un Pisanu riottoso che «come ogni buon democristiano, quella sera ha fiutato. Ha capito subito che Berlusconi era un gatto che si agitava, ma era un gatto morto. E ha agito di conseguenza».
Il colpo d’ala del cavaliere, cioè un decreto che sospenda il risultato elettorale fino a nuovo conteggio, viene stoppato in via informale dal Quirinale: Ciampi, si fa sapere, non firmerà mai. Al centro del documentario, dunque, il presunto trucco elettronico sulle schede bianche. A sostegno di questa tesi, due elementi, per la verità non decisivi: uno, il crollo inaspettato proprio del numero delle schede bianche: da 1.692.048 ad appena 445.497, 1.246.551 in meno. Un crollo stranamente uniforme in tutto il Paese, talmente singolare da aver indotto all’errore tutti gli istituti di sondaggi.
Il secondo, la testimonianza di Clinton Curtis, che Deaglio ha intervistato in Florida. Curtis è un programmatore informatico che nel 2001, inconsapevole, mise a punto un software per truccare le elezioni a favore dei repubblicani. Oggi, pentito, combatte contro i brogli, e dimostra a Deaglio e alle telecamere che un programma per spostare le schede bianche e conteggiarle a favore di un partito o di una coalizione richiede una mezz’ora di elaborazione in un semplice computer portatile. «Qualsiasi broglio le venga in mente – spiega a Deaglio – con la matematica si può fare».
COMMENTI – Il resto del film scorre tra immagini d’epoca della strage di Portella della Ginestra (a riprova, sostengono gli autori, che le azioni illegali per contrastare le sinistre in Italia risalgono alla nascita della Repubblica), spezzoni del Gattopardo (con il plebiscito in Sicilia per l’annessione al Piemonte, primo esempio italiano di broglio elettorale) interviste al direttore dell’Economist e a Mike Stern, giornalista americano che avvicinò proprio Giuliano nel ’47 alla vigilia della strage di Portella, e che ritroviamo 50 anni dopo grande amico di Berlusconi contro gli odiati comunisti. «Per sei mesi – spiega Federico Orlando – prima delle elezioni Berlusconi ci ha bombardato tutti i giorni con la minaccia di brogli da parte dei comunisti.
E per i sei mesi successivi il discorso è continuato come e più di prima. Ma dovrebbe invece spiegarci il mistero delle schede bianche, chiarire come andò quella notte, e noi speriamo si possa svolgere un confronto sulle reti Rai: in questo abbiamo l’appoggio dei venti parlamentari che ci sostengono». «Sarebbe colpevole – gli fa eco Deaglio – accettare in maniera supina dati che sono contrari alla storia, alla logica, all’evidenza. Vogliamo proseguire nella nostra inchesta, finchè non verrà a galla tutta la verità su quel 10 aprile e sui mesi precedenti e successivi, è una questione di democrazia».
Copyright © Corriere della Sera per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved
_______________________________________________
Ed ecco cosa ha scritto Beppe Grillo sul suo blog:
Nelle ultime elezioni c’era uno strano odore nell’aria. Il risultato elettorale che dava vincente l’Unione con cinque punti di vantaggio a mezzogiorno svaniva di minuto in minuto. Sempre a favore della Casa circondariale delle libertà. Se il conteggio proseguiva un’altra mezz’ora Prodi sarebbe un ciclista in pensione.
Cose strane sono successe quella notte. Pisanu convocato d’urgenza dallo psiconano. Prodi che proclama la vittoria dell’Unione il più in fretta possibile. Deaglio ha prodotto un video: ‘Uccidete la democrazia’ su cui ho ricevuto molte lettere. Ne pubblico due. Una di Aldo di Albenga e una di Stefano Benni.
“Caro Beppe,
ho visto ieri la trasmissione di Lucia Annunziata su Rai3 nella quale Enrico Deaglio avanzava un’ipotesi inquietante sullo svolgimento delle ultime elezioni politiche. Per farla breve, le schede bianche che normalmente si sono sempre attestate su percentuali variabili nelle diverse province tra il 4% e l’11% si sarebbero miracolosamente ridotte su tutto il territorio nazionale a percentuali comprese tra l’1% e il 2%.
Questo milioncino di non-voti si sarebbe trasformato, per merito di qualche responsabile del Viminale e di un software da cinquemilalire, in altrettanti voti per un partito a caso della Cdl. Ad oggi non si è ancora provveduto al ri-conteggio di queste schede. A domanda della Annunziata sul motivo per cui il centro-sx non abbia denunciato il fatto, Deaglio (ingenuo??) risponde: avranno detto “abbiamo vinto lo stesso”. Ma se ogni minuto devono ricorrere alla fiducia per colpa di una maggioranza quasi invisibile al senato! 1.200.000 voti in meno alla Cdl avrebbero significato ben altra distribuzione dei seggi!
Devo FORSE pensare ad accordi sottobanco da fare impallidire le trame dei servizi e la P2, e che il 99% di ciò che ci viene quotidianamente riportato sia solo il solito teatrino delle apparenze? Mi sono detto (ingenuo!!) “domani scoppierà un casino sui giornali e FORSE anche nel Paese”. Stamattina il Corriere della Sera riportava un trafiletto in cronaca nel quale la notizia non era il milione di voti trasformato, ma la protesta dei vari interessati e dei vertici Rai per l’eccessivo tempo concesso a Deaglio.La stampa non riportava neppure la notizia. Ci stanno rubando la democrazia dalla base, dal voto, e nessuno fa niente per impedirlo. Né chi ci governa, né chi dovrebbe vigilare, né chi ci dovrebbe informare, né chi dovrebbe indagare, né noi italiani, perché tanto siamo i campioni del mondo”.
Aldo – Albenga
” Ho visto il video di Deaglio sulle ultime elezioni.L’ho trovato documentato, preciso, interessante. In esso si ipotizza un broglio di più di un milione di voti a favore di Berlusconi e della Casa della Libertà.Mi sembrerebbe necessario che su questo ci fosse perlomeno un’inchiesta parlamentare. O almeno l’interesse della magistratura, dei media, delle segreterie dei partiti. Mi sembrerebbe onesto nei confronti degli elettori di sinistra e di destra.
Non mi stupisce il silenzio della destra, ma quello della sinistra. Per la classe politica italiana, un attentato di questa gravità alla democrazia è poca cosa. Ma un cittadino vorrebbe sapere se il voto in Italia ha ancora senso, o se si vota per scherzo. Tante volte c’è stata oscurità su episodi della vita pubblica italiana. Se questo buio resta, forse è meglio cancellare la parola ‘repubblica democratica fondata sul lavoro’ dalla costituzione. Diciamo ‘repubblica mediocratica fondata sul patteggiamento e il silenzio’. Forse anche il voto è troppo pericoloso per questo paese. Almeno ce lo dicano, sapremo regolarci…”.
Stefano Benni, il lupo