Alla vigilia dell’introduzione dell’obbligatorietà delle polizze catastrofali per le imprese italiane abbiamo incontrato Flavio Sestilli, presidente di Aiba, l’associazione che raggruppa i broker assicurativi. Si tratta di intermediari indipendenti che operano nell’interesse esclusivo del cliente, in favore del quale si impegnano a trovare le soluzioni assicurative più convenienti dal punto di vista economico e più adatte a soddisfare le sue esigenze. Grazie al broker il cliente può avere quindi un immediato confronto di un’ampia varietà di prodotti e un’assistenza professionale.
Sestilli, l’obbligatorietà delle polizze catastrofali per le imprese è una svolta storica in Italia. Come si stanno preparando i broker?
L’introduzione di polizze catastrofali obbligatorie avrà un impatto significativo non solo sul settore assicurativo, ma sull’intera economia, come possiamo capire guardando pochi ma rilevanti dati. Nel 2023, secondo l’osservatorio di Legambiente, si sono verificati in Italia 378 eventi meteorologici estremi, con un aumento del 22% rispetto al 2022. Solo nel Nord Italia, i danni potenziali a fabbricati, terreni e attrezzature industriali e commerciali superano i 1.100 miliardi di euro. Nonostante l’aumento della frequenza e della gravità di questi eventi, meno del 5% delle piccole e micro imprese italiane dispone di coperture assicurative adeguate. Perché rappresenti una svolta storica, però, l’attuazione deve consentire il raggiungimento degli obiettivi della norma: ridurre la spesa pubblica e rafforzare il tessuto industriale, rendendolo più resiliente e capace di riprendersi rapidamente dai disastri. Il vero valore aggiunto di una polizza obbligatoria risiede nel suo potenziale di garantire un sistema economico più solido e affidabile, favorendo la crescita e il finanziamento delle aziende.
Per farlo, è essenziale perfezionare alcuni aspetti della normativa e dei contratti, rendendoli chiari, semplici e precisi, e ampliare la copertura obbligatoria ai più comuni e devastanti eventi meteorologici. Sono elementi cruciali per costruire una relazione di fiducia con gli assicurati.
Un ruolo decisivo sarà svolto dai broker, chiamati a effettuare un’analisi del rischio più approfondita insieme alle aziende, e a trasmettere agli assicuratori il livello di preparazione delle aziende nella prevenzione e gestione dei rischi. Con l’aumento delle minacce, sarà possibile ridurre i premi assicurativi se il sistema di prevenzione è efficace. Questo è il cuore del nostro lavoro, un lavoro basato sulle relazioni, per dimostrare che i rischi possono essere gestiti con costi inferiori. Dobbiamo promuovere questo principio, soprattutto tra le piccole imprese.
Ci saranno altri impatti positivi per il mondo dei broker da questa decisione?
L’apertura di un mercato così grande porterà opportunità di business, le Pmi avranno bisogno di molta consulenza in ambito di individuazione e gestione del rischio. Avremo poi una nuova grande occasione di alimentare la crescita della cultura assicurativa. E, al contempo, dovremo essere driver centrale nel processo di innovazione dei prodotti, stimolando il comparto assicurativo al continuo miglioramento delle soluzioni e allo sviluppo di nuove proposte.
Negli ultimi due anni il mondo dei broker in Italia sta vivendo una fase di consolidamento. A cosa è dovuta e proseguirà ancora?
L’Italia oggi è un Paese sotto assicurato, la media europea ci dice che siamo al quattordicesimo posto in Europa, dietro di noi solo la Grecia. Siamo però la terza forza economica. Dovremo adeguarci per raggiungere il livello di copertura necessaria ad avere imprese assicurate, forti in grado di resistere ad eventi esterni, sicure in grado di garantire continuità di produzione. Per questo aziende straniere e gruppi italiani investono aspettandosi una crescita importante del mercato.
Come evolverà il futuro dei broker tra tecnologia e piattaforme digitali?
Digitalizzazione e nuove tecnologie offrono grandi opportunità per il futuro della nostra professione. Durante il Convegno Nazionale di quest’anno, abbiamo esaminato l’impatto dell’intelligenza artificiale. Può già e potrà in misura sempre maggiore efficientare i processi, migliorare la gestione delle relazioni con i clienti tramite chatbot e sistemi di gestione dei sinistri, e identificare nuovi target attraverso analisi avanzate. L’AI avrà anche un impatto positivo nella prevenzione del rischio, grazie all’analisi dei dati, potenzialmente riducendo l’esposizione ai sinistri e abbassando i costi delle polizze.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di ottobre del magazine Wall Street Italia. Clicca qui per abbonarti.