Secondo un rapporto dell’analista Amy Butte di Bear Stearns, numerosi broker online corrono il rischio di perdere la propria quota di mercato insieme ai clienti di maggior valore perche’ non prestano sufficiente attenzione alle vere esigenze dei clienti.
“E’ un tipo di business molto concorrenziale”, spiega Amy Butte, “e le case di brokeraggio devono spendere un enorme quantita’ di denaro per attrarre nuovi clienti che non rimarranno fedeli una volta raggiunto un certo livello”.
Dei 12 milioni e mezzo di investitori americani online, quelli che rendono di piu’ ai broker Internet quali E*Trade(EGRP), sono i ‘semi-professionisti’, i clienti cioe’ che scambiano tra 25 e 40 volte al giorno.
Purtroppo, ha rilevato Bear Stearns, societa’ quali Ameritrade(AMTD), Datek, E*Trade e DLJ direct(DIR), non posseggono la sofisticata tecnologia necessaria a mantenere attiva questa parte delle trattazioni.
Ci sono pero’ broker online con sistemi avanzati in grado di attrarre i semi-professionisti e Amy Butte cita tre esempi di societa’ private: RediPlus, CyBerTrader e Realtick.
E*Trade ha perso giovedi’ 63 centesimi, chiudendo a 22,13 dollari, Ameritrade e’ scesa di 1,06 dollari a 17,44, DLJdirect ha chiuso a 11 dollari, in calo di 81 centesimi e Charles Schwab(SCH) ha concluso le contrattazioni di giovedi’ a 48,06 dollari, 2,63 dollari in meno.
Per quanto riguarda quest’ultimo, pero’ Bear Stearns non si preoccupa, in quanto la societa’ non e’ solo un broker online, ma tratta anche fondi comuni e servizio di ricerca e assistenza clienti.