La borsa Usa ha bruciato complessivamente nell’ultima settimana piu’ di 2 trilioni di dollari (2.000 miliardi di dollari; in lire e’ una cifra difficile da scrivere e da pronunciare: 4 milioni di miliardi lire).
E’ questa la valutazione a caldo dei danni causati dal terremoto a Wall Street, secondo Toni Crescenzi, chief bond market strategist di Miller, Tabak & Co., una banca d’affari di New York.
Tale cifra, dice Crescenzi, supera tutta la ricchezza guadagnata dalle famiglie americane l’anno scorso, pari a 1,7 trilioni (1.700 miliardi) di dollari, stando ai dati della
Federal Reserve.
L’indice Nasdaq e’ adesso in perdita del 18,3% dall’inizio dell’anno, ed e’ in calo del 37% dal massimo di quota 5.048 stabilito il 10 marzo scorso.
Il Nasdaq ha perso questa settimana 1.125 punti, un record negativo assoluto. Si tratta di un crollo del 25%: in cinque sedute cioe’ l’indice high-tech ha bruciato 1/4 della capitalizzazione totale.
Il Dow Industrials ha perso il 10,3% dall’inizio dell’anno, dei quali il 7,2% – pari a 803 punti – e’ andato in fumo questa settimana.
La domanda che milioni di investitori nel mondo – decine di migliaia in Italia – adesso si pongono, e’ la seguente: siamo vicino al fondo del crash, cioe’ alla soglia del minimo dove avviene il rimbalzo, oppure dobbiamo aspettarci un’altra ondate furiosa di vendite la prossima settimana?
Molti analisti di Wall Street ritengono che il tipo di ”panic selling”, cioe’ panico causato dall’ondata di vendite, accompagnato da un alto volume di scambi, cosi’ come si e’ visto venerdi’ scorso, sia il segno del raggiungimento dell’eventuale minimo, o ”bottom”.
Ma cio’ non necessariamente significa che il Toro sia dietro l’angolo.
”E’ possibile che la sofferenza da crash sia quasi alla fine – spiega Frank Gretz, chief market strategist di Shields & Co. – ma il senso di benessere e la speranza del rialzo continuo, per un po’ saranno fuori gioco”.
Cioe’: e’ possibile che i prezzi delle azioni a Wall Street smettano di scendere a picco, ma sara’ difficile che ricomincino a salire in modo significativo. E questa – comunque – e una cattiva notizia per milioni di investitori.
”Questo e’ un mercato – particolarmente il Nasdaq – che potrebbe comportarsi secondo la proverbiale regola della L. I prezzi vanno a picco a candela, poi si fermano, ma in seguito rimangono piatti; smettono di salire”, dice Gretz.
”Ci saranno riprese, false partenze, mezzi rally. Ma nessuna vera grande soddisfazione come avviene nelle fasi di mercato Toro”.
Terry Gabriel, analista tecnico di IDEAglobal.com, ritiene che qualsiasi movimento al rialzo abortira’ fino a quando Wall Street non trovera’ una solida base di supporto. Ma dopo di cio’, i prezzi delle azioni saranno compresi comunque in una fascia moderata di piccoli rialzi e ribassi.
E’ molto seccante, spiega Gabriel, che la buona stagione degli utili delle aziende Usa non sia riuscita affatto ad aiutare il mercato.
Tuttavia – aggiunge l’analista – ”il fatto che il pessimismo sia cosi’ diffuso, potrebbe indicare che siamo vicino alla soglia minima del ribasso”.
Michael Holland, presidente di Holland & Co., sostiene che il fatto che il crollo si sia verificato proprio in una fase estremamente positiva di utili aziendali, senza contare l’ottimo andamento dell’economia americana, potrebbe significare che il tanto aspettato rimbalzo non e’ poi cosi’ lontano.
”Alla fine sara’ tutto okay”, dice Holland.