Sul fatto che la Francia sia al fianco dell’Italia nella partita europea sui Coronabond e nell’utilizzo “light” del Mes ormai non ci sono più dubbi. Il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, ha infatti espresso posizioni assai forti in un’intervista rilasciata a La Stampa, mettendo in chiaro che i prestiti del Mes senza condizionalità sono applicabili a un ampio spettro di spese (non solo sanitarie) e che la proposta francese per i coronabond prevederà una forte solidarietà fra i Paesi europei.
Sul Mes l’Eurogruppo ha concordato, lo scorso 10 aprile, la possibilità di far accedere a linee di credito che non prevedano condizioni legate alla sostenibilità del debito del Paese richiedente.
Tale opzione non sarebbe legata solo alle spese mediche, ma, indirettamente anche a un ventaglio più allargato di interventi economici:
“Un Paese che è stato costretto a imporre un lockdown, a chiudere alcuni negozi o aziende, deve considerare quei costi come costi sanitari indiretti”, ha detto Le Maire, “i costi legati alla decisione di chiudere parte dei settori economici devono far parte del perimetro di questa linea di credito; io non ci vedo alcuna ambiguità. So che alcuni contestano questa interpretazione ma è scritto nero su bianco: si parla di costi di prevenzione. E il lockdown lo è”.
Le Maire, però, non si sbilancia nel dire se e quando la Francia chiederà un prestito al Mes: “Non posso dire se la Francia ne farà uso perché non so quali saranno le nostre esigenze tra due, tre, quattro mesi.
Ma il fatto che questa linea di credito sia a disposizione di tutti è una buona notizia”, ha affermato il ministro francese.
La proposta francese di Fondo per la ripresa
“Il nostro fondo per la ripresa prevede l’emissione di debito comune solo per il futuro, per un periodo limitato e per un obiettivo specifico: gli investimenti”, ha affermato il ministro francese distinguendo così questa proposta dai “vecchi” eurobond. Su questa materia Le Maire ritiene ci sia “spazio per una trattativa” visto che “Olanda e Germania sono molto sensibili su questo”.
“Il punto chiave è creare debito comune per futuri investimenti e la soluzione migliore è attraverso una emissione di debito” che, possibilmente, tralasci terminologie controverse come eurobond e coronabond, ha precisato Le Maire.
Le Maire, poi, ha dettagliato come funzionerebbe il meccanismo di restituzione dei fondi erogati da questo nuovo meccanismo: “I soldi saranno raccolti dalla Commissione o da una società veicolo ad hoc. Poi, alla fine, dovranno essere rimborsati, ma la restituzione avverrà in base al Pil. Tu ottieni i soldi in base a quanto sei stato colpito dalla crisi e li restituisci in base al Pil” ovvero alla capacità economica.