Sale la tensione tra Twitter e l’Unione europea. Dopo la chiusura dell’ufficio di Bruxelles, la Commissione europea passa alle minacce: o il social media si adegua al nuovo Digital Services Act dell’Ue, una legge che stabilisce lo standard globale per il modo in cui le società tech devono moderare i contenuti su Internet, o si procederà al divieto del social media in Europa, oltre ad una multa fino al 6% del fatturato globale.
A palesare le intenzioni di Bruxelles, secondo il “Financial Times”, è Thierry Breton, il commissario europeo incaricato dell’attuazione delle regole digitali, che in una videochiamata con lo stesso Musk ha messo in evidenza tutti i dubbi sul nuovo corso il social network.
L’opinione di Breton su Twitter
Secondo Breton, Twitter ha ancora “molto lavoro da fare” per “implementare politiche trasparenti, rafforzare in modo significativo la moderazione dei contenuti, proteggere la libertà di parola, affrontare la disinformazione con determinazione” secondo le norme Ue.
Breton ha inoltre chiesto all’uomo più ricco del mondo di applicare regole severe anche per quanto riguarda la pubblicità, compreso il divieto di rivolgersi ai bambini o agli utenti sulla base di informazioni sensibili, tra cui il credo religioso e quello politico. “Tutto ciò richiede l’impiego dell’AI e di risorse umane sufficienti”, ha evidenziato Breton.
Su questo fronte, la preoccupazione crescente tra i funzionari dell’Ue è se Twitter abbia abbastanza personale per conformarsi alle regole, dopo che Musk ha licenziato più della metà dei suoi 7.500 dipendenti. Una decisione del tutto inattesa, che ha spinto un gruppo di ex dipendenti a presentato una class action al tribunale di San Francisco contro l’azienda accusandola di non aver ricevuto il preavviso di 60 giorni stabilito dalla legge.
Verso uno stress test nel 2023
Torniamo al colloquio Breton-Musk. I due, secondo quanto riporta il “Financial Times”, avrebbero concordato che la Ue effettuerà uno “stress test” presso la sede di Twitter all’inizio del 2023 per valutare la conformità del social alle norme europee. E Musk ha ripetutamente affermato di ritenere “sensato” lo stesso Digital Services Act, aggiungendo di aver letto la legislazione e di aver pensato che dovrebbe essere applicata ovunque nel mondo.
Il faccia a faccia tra Musk e Breton arriva pochi giorni dopo le indiscrezioni stampa, rilanciate dall’Ansa, in base alle quali il social media avrebbe deciso, all’interno del piano di ristrutturazione messo in atto da Musk, di chiudere la sede a Bruxelles, piccola nelle dimensioni ma da sempre raccordo politico fondamentale con le istituzioni europee.