Il Mef fa il pieno per le sue due emissioni di Btp collocate da ieri mattina. Una a sette anni e una a 50 anni, un titolo di Stato a lunghissimo termine affidato a un pool di cinque banche — Barclays Bank, BofA, Jp Morgan, Société Générale e Unicredit . Così il Mef da ieri mattina ha iniziato il collocamento del nuovo Btp a 50 anni con scadenza nel 2072 e cedola all’1,7%, accompagnato anche dalla riapertura di un Btp a 7 anni, in scadenza nel 2028 e con cedola dello 0,95%.
Entrambe le emissioni hanno registrato un successo e sono state colocate per un totale di 12 miliardi a fronte di una domanda pari a 130 miliardi. In particolare la domanda sul titolo a 50 anni è stata pari a 64 miliardi, più del triplo rispetto al precedente e finora unico collocamento, avvenuto nel 2016. Era il mese di ottobre del 2016 quando il Tesoro collocò sul mercato il BTp 1 marzo 2067, ribattezzato dai media “bond Matusalemme” e che ora viene rimpazziato da uno ancora più lungo con scadenza di ben mezzo secolo.
Btp: le caratteristiche del collocamento
Per quanto riguarda il nuovo benchmark a 50 anni, il titolo ha scadenza 1° marzo 2072, godimento 1 marzo 2021 e tasso annuo del 2,15%, pagato in due cedole semestrali. L’importo emesso è stato pari a 5 miliardi di euro. Il titolo è stato collocato al prezzo di 99,467 corrispondente ad un rendimento lordo annuo all’emissione del 2,179%.
Per quanto riguarda la riapertura dell’attuale BTP benchmark a 7 anni con scadenza 15 marzo 2028 e cedola 0,25%, l’importo emesso è stato pari a 7 miliardi di euro. Il titolo è stato collocato al prezzo di 99,238 corrispondente ad un rendimento lordo del 0,362%.
Con questa emissione il Mef continua la sua striscia di successi sul mercato primario istituzionale – come commenta sul CorSera Luca Falco, Global Head of Capital Markets di UniCredit, che ha partecipato al collocamento. «Particolarmente degno di nota è il nuovo Btp cinquantennale, una scadenza piuttosto rara sulla quale quest’anno tra i maggiori paesi europei si sono cimentati solo Francia e Spagna. Il Tesoro conferma così l’attenzione all’allungamento della scadenza media del debito pubblico, elemento essenziale per la sostenibilità dello stesso, a un costo inferiore all’attuale costo medio del debito, cogliendo quindi simultaneamente due obiettivi strategici».