ROMA (WSI) – L’ultimo rapporto Consob ha evidenziato una netta preferenza dei risparmiatori italiani per i conti deposito, considerati sicuri e remunerativi in questo periodo di turbolenze finanziarie. Nonostante la crisi, anche i Btp si sono rivelati un importante strumento di investimento, attestandosi addirittura ai livelli pre-crisi in quanto a volume di compravendite.
Il merito non è solo da rintracciarsi nella tradizionale scelta di molti italiani per i propri Titoli di Stato (gran parte del nostro debito, a differenza di quanto avviene all’estero, è in mano a noi infatti, ndr), ma anche nella particolare convenienza dei Btp nell’ultimo anno e mezzo, con tassi di interesse abbastanza elevati a causa del “rischio Paese”.
In pratica, i conti non in ordine hanno costretto l’Italia a finanziarsi sui mercati a costi più elevati: per convincere l’investitore a puntare su un titolo rischioso, bisogna promettergli un rendimento più alto, che si traduca in una buona capitalizzazione sul conto corrente.
Cosa succede, però, adesso che la Bce ha tagliato i tassi e che lo spread continua a scendere? Succede che anche il rendimento dei Btp diminuisce: da un lato è meglio per lo Stato, che si finanzia a un costo minore, ma dall’altro chi comprerà i nostri Titoli guadagnerà meno (i Btp decennali rendono adesso meno del 4% lordo, come prima che scoppiasse la grande crisi del debito nell’estate del 2011).
Complice la bassa inflazione (1,6%), il rendimento dei Titoli di Stato non è completamente annacquato. Perché si incassi il 3% netto, tuttavia, bisogna puntare su quelli con scadenza superiore a cinque anni. A questo punto, ogni risparmiatore dovrà valutare come intende impiegare le proprie risorse, e molto dipende ovviamente dalla personale propensione al rischio.
È vero, i Btp danno agli italiani un senso quasi materno di sicurezza, in virtù del quale è difficile che questi titoli perdano del tutto il loro appeal. In compenso, chi cerca rendimenti più alti e impegni meno duraturi potrebbe aver bisogno di strumenti di risparmio diversi, come appunto i conti deposito. In quest’ultimo caso, è necessario valutare bene le offerte della banca, in relazione al capitale da versare, all’incidenza dell’imposta di bollo e alla possibilità di svincolo parziale o anticipato. La vera alleata del piccolo risparmiatore è la calcolatrice.
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