Ieri il Tesoro ha collocato presso investitori istituzionali la prima tranche del nuovo BTP Green, il titolo di Stato dedicato al finanziamento delle spese sostenute dallo Stato a positivo impatto ambientale.
Il nuovo titolo ha scadenza 30 aprile 2045 e tasso annuo dello 1,50%, pagato in due cedole semestrali.
L’interesse da parte degli investitori è stato oltre ogni aspettativa, a fronte di un importo emesso di 8,5 miliardi di euro, la domanda ha superato gli 80 miliardi di euro, complice forse anche l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi.
Vediamo nel dettaglio il profilo degli investitori che hanno deciso di acquistare questo titolo.
BTP Green, il profilo dei sottoscrittori
Alla sottoscrizione del BTP Green hanno partecipato circa 530 investitori istituzionali per una domanda complessiva di oltre 80 miliardi di euro, raggiungendo il record di richieste nelle emissioni inaugurali di Green Bond sovrani in Europa. Rilevante è stata la partecipazione di investitori ESG (Environmental, Social and Governance) che hanno sottoscritto oltre la metà del collocamento.
Complessivamente ai fund manager è stato allocato il 53,1% del collocamento, mentre le banche ne hanno sottoscritto il 18,5%. Elevata partecipazione degli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo, che hanno acquistato il 24,3% dell’emissione (in particolare il 14,3% è stato allocato a fondi pensione e assicurazioni, il 10% a banche centrali ed istituzioni governative).
Agli hedge fund è stato allocato circa il 3,6% dell’ammontare complessivo. Le imprese non finanziarie hanno partecipato all’emissione con una quota residuale pari allo 0,5%.
Forte interesse degli investitori esteri
Secondo quanto indicato dal Tesoro la distribuzione geografica degli investitori che hanno sottoscritto il BTP Green è stata estremamente diversificata, con una partecipazione che ha visto il coinvolgimento di oltre 40 paesi: gli investitori esteri si sono aggiudicati circa il 73,7% dell’emissione, mentre gli investitori italiani ne hanno sottoscritto il 26,3%.
Tra gli investitori esteri, di rilievo è stata in particolare la quota sottoscritta da investitori residenti nel Regno Unito (circa il 22,1%). Il resto del collocamento è stato allocato in larga parte in Europa continentale, ed in particolare gli ordini di acquisto sono partiti da Germania, Austria e Svizzera (19,9%), Francia (10,1%), paesi della penisola iberica (7,3%), Paesi Scandinavi (5,1%), altri paesi europei tra cui Benelux (2,1%), Est Europa (1,2%), ed infine Medio Oriente (1,7%).
Al di fuori dell’Europa, gli investitori provenienti da Stati Uniti si sono aggiudicati l’1,9% dell’emissione; circa lo 0,5% è andato ad investitori asiatici, mentre il resto dell’emissione è sottoscritto da investitori residenti in altri paesi.