Btp Italia, collocamento vicino al record. Gli istituzionali comprano a man bassa i bond
ROMA (WSI) – Il Btp Italia, nel collocamento blitz riservato agli investitori istituzionali, ha raccolto 10,49 miliardi di euro. Sommati ai 10 miliardi richiesti nei giorni scorsi dal retail fanno in totale ben oltre 20 miliardi, vicino al record di 22,3 miliardi dell’ultima emissione di novembre.
Stamane il Tesoro ha comunicato la chiusura anticipata dell’offerta agli istituzionali dopo aver terminato in anticipo alla vigilia anche la fase riservata agli investitori individuali.
Lo scorso novembre l’ultimo Btp Italia, nonostante la chiusura anticipata dopo un giorno e mezzo, è stato collocato per 22,3 miliardi di euro, ben sopra il target ufficioso del Tesoro entro i 10 miliardi. Nelle cinque emissioni di Btp Italia nel biennio 2012/2013 sono stati raccolti complessivamente oltre 66 miliardi. Secondo le fonti i due collocamenti del nuovo Btp Italia, che dovrebbe avere scadenza aprile 2018, avverranno in giorni diversi.
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Composizione della domanda durante le due fasi di collocamento del sesto BTP Italia.
[ARTICLEIMAGE] Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica alcuni dettagli concernenti l’emissione del sesto BTP Italia, il titolo indicizzato all’inflazione italiana (Indice FOI, senza tabacchi – Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi), con la nuova scadenza a 6 anni.
Nel corso della Prima Fase del periodo di collocamento, dedicata agli investitori retail, le contrattazioni, sia per numero di contratti che per controvalore, hanno registrato una domanda molta più sostenuta nel primo giorno rispetto al secondo e, ancor più, al terzo, nel quale la chiusura è stata anticipata alle ore 14. La Seconda Fase, dedicata agli investitori istituzionali, che si è svolta nell’arco di soli 40 minuti, ha visto necessariamente un numero di contratti molto inferiore, ma un controvalore complessivo in linea con quello dei tre giorni della Prima Fase.
numero di contratti controvalore (€)
Prima Fase 1° giorno 110.092 6.721.836.000
Prima Fase 2° giorno 46.837 2.740.870.000
Prima Fase 3° giorno (chiusura ore 14) 13.288 605.395.000
Seconda Fase 4° giorno (chiusura ore 9.40) 1.054 10.496.468.000
Con riferimento alla Prima Fase del periodo di collocamento, dei 170.217 contratti conclusi sul MOT (il Mercato Telematico delle Obbligazioni e Titoli di Stato di Borsa Italiana) attraverso Banca IMI S.p.A e UniCredit S.p.A. – Dealer dell’operazione – circa il 50 per cento è stato di importo inferiore ai 20.000 euro. Se si considerano contratti fino a 50.000 euro si arriva a circa l’80 per cento del totale relativo a questa fase di collocamento.
Sebbene le modalità di emissione non consentano di avere dati puntuali sulle caratteristiche degli investitori, dalle informazioni raccolte dai Dealer e Co-Dealer dell’operazione, si può desumere che nel corso della Prima Fase si è registrata una presenza bilanciata di investitori individuali, classificati come persone fisiche, e private banking.
All’interno della quota sottoscritta da investitori individuali, si stima che circa il 76 per cento abbia inoltrato l’ordine attraverso le filiali delle reti bancarie, mentre circa il 24 per cento sia avvenuto attraverso l’home banking, un dato sostanzialmente in linea rispetto ai precedenti collocamenti. Per quanto riguarda la ripartizione geografica degli ordini ricevuti durante la Prima Fase del collocamento, si stima che circa il 95 per cento sia stato sottoscritto da investitori retail domestici, mentre il 5 per cento è stato collocato all’estero.
In base alle informazioni raccolte presso i Dealer e Co-Dealer dell’operazione, si stima che il 55 per cento del controvalore relativo alla Seconda Fase sia stato aggiudicato a banche, mentre agli asset manager ed ai fondi d’investimento è stato allocato circa il 30 per cento. Sempre con riferimento al controvalore relativo alla Seconda Fase, alle banche centrali e istituzioni ufficiali è stato assegnato il 12 per cento, mentre la quota sottoscritta da assicurazioni e corporation è stata pari al 3 per cento.
Il collocamento del titolo nella Seconda Fase ha visto un’ampia partecipazione
geografica con una presenza dominante di investitori italiani, che hanno sottoscritto circa il 76 per cento del controvalore relativo alla Seconda Fase. All’interno della quota di investitori esteri, pari al 24 per cento, la presenza prevalente è stata quella degli investitori europei, cui si è aggiunta una quota non trascurabile di investitori asiatici.