Da oggi, 6 marzo 2023, parte il collocamento dell’attesa 19 esima emissione del Btp Italia, il titolo di Stato italiano indicizzato al tasso di inflazione nazionale. Il rendimento reale minimo è salito rispetto alle ultime emissioni, grazie all’aumento dei tassi di interesse, con la cedola minima provvisoria che è al 2%, (nel 2022 la cedola era dell’1,6%) e sarà pagata ogni sei mesi insieme alla rivalutazione del capitale per effetto dell’inflazione dello stesso semestre. La cedola definitiva sarà invece comunicata all’apertura della quarta giornata di emissione, giovedì 9 marzo, e potrà essere confermata o rivista al rialzo rispetto a quella comunicata in precedenza.
Il Btp Italia (IT0005532715) ha una durata di 5 anni, scadenza il 14 marzo 2028, ed è indicizzato all’inflazione nazionale sulla base dell’indice Istat FOI. Inoltre, per questa emissione di Btp Italia il Ministero delle Economie e delle Finanze ha previsto anche un premio fedeltà pari allo 0,8% del capitale investito per coloro che lo acquistano all’emissione e lo detengono fino alla scadenza.
Nel dettaglio, chi sottoscrive il Btp Italia sostanzialmente presta denaro allo Stato italiano, che si impegna a restituirlo in 5 anni ad un tasso prestabilito. La particolarità di questo asset è che è indicizzato semestralmente all’inflazione. Per fare un esempio, se l’inflazione è all’8% allora il tasso d’interesse salirà dell’8%.
Ma conviene investire nel Btp Italia? Vediamo i vantaggi e svantaggi.
I pro del Btp Italia
Adeguamento all’inflazione e deflazione
Il momento è storicamente difficile, con un livello di inflazione che sta erodendo il potere d’acquisto dei risparmiatori. Ecco che con il Btp Italia, il rischio inflazione è completamente eliminato, dato che se sale l’inflazione, aumenterà di conseguenza il tasso d’interesse corrisposto al risparmiatore. In particolare, il Btp Italia ogni 6 mesi paga interessi ad un tasso fisso sul capitale rivalutato in base all’inflazione del semestre di riferimento, sulla base dell’indice Istat sui prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (FOI).
L’altro importante vantaggio di questo strumento è che non solo protegge i risparmiatori contro il rischio che l’inflazione continui a salire, ma offre anche un paracadute anche nel caso di deflazione (decrescita dei prezzi). I quest’ultimo caso, non sarà decurtato il rendimento dell’obbligazione ma sarà semplicemente considerata come inflazione pari a zero e quindi il risparmiatore, in uno scenario deflattivo, si intascherà comunque il tasso di interesse (il minimo garantito che è ora pari al 2%).
Investimento non vincolato
Investire nel Btp Italia non vincola nel tempo il risparmiatore, che può sempre rivenderlo prima della scadenza finale sul mercato secondario.
Bonus fedeltà
Il Btp Italia ci offre un premio fedeltà pari allo 0,8% del capitale investito per coloro che lo acquistano all’emissione e lo detengono fino alla scadenza.
Nessuna commissione
E’ possibile investire in Btp Italia senza pagare alcuna commissione d’ingresso.
Tassazione agevolata al 12,5%
Come tutti gli altri titoli di Stato, anche il Btp Italia prevede una tassazione agevolata al 12,5%. Ricordiamo che i titoli di Stato europei godono di una tassazione agevolata. Infatti, mentre sulle plusvalenze ad esempio sul mercato azionario noi italiani paghiamo il 26%, nel caso dei titoli di stato la tassazione sui rendimenti è stata ridotta al 12,5%, decisamente inferiore a quanto andremo a pagare ad esempio sui profitti realizzati da un investimento nel mercato azionario.
Nessun rischio cambio
Se investiamo in un Treasury americano, il titolo di debito americano, subiamo il rischio cambio, in quanto quel titolo obbligazionario è quotato in dollari e quindi andremo a guadagnare gli interessi in dollari. Ma se durante la vita del titolo il dollaro dovesse perdere terreno nei confronti dell’euro, allora noi risentiremmo il rischio cambio, in quanto abbiamo acquistato dollari. Al contrario, nel caso del Btp Italia è quotato in euro e quindi non soffre di rischio cambio.
Rendimento minimo garantito
Il Btp Italia offre un rendimento minimo garantito del 2% (per ora provvisorio) al quale si dovrà sommare il tasso di inflazione italiana, in base all’Indice Istat FOI, senza tabacchi, ovvero l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi.
Capitale rivalutato di semestre in semestre
Nel caso del Btp Italia, il capitale investito è rivalutato di semestre in semestre e quindi quando viene pagata la cedola, ogni sei mesi (interesse + inflazione), si ottiene anche il capitale rivalutato all’inflazione.
Orizzonte di investimento di lungo periodo
Avendo una durata di 5 anni, il Btp Italia porta il risparmiatore che lo acquista a ragionare in un’ottica di medio periodo quando investe.
Rischio Italia
Con il Btp Italia, stiamo prestando soldi a uno Stato che ha diverse difficoltà e anche se la ricchezza privata del Paese è alta, il rischio di default, seppur ridotto, esiste. Non è un caso che le più importanti agenzie di rating attribuiscono un punteggio BBB al nostro Paese: un rating molto basso (con una qualità del debito medio bassa) se confrontato con quello ad esempio della Germania (AAA).
Nel tanto temuto e remoto caso di default, lo Stato Italiano sarebbe costretto a ristrutturare il suo debito e quindi potrebbe cambiare cedole, interessi e durate dei propri titoli di Stato, ivi comprese quelle del Btp Italia.
I contro del BTP Italia
Lotto minimo
Il taglio minimo che un risparmiatore può acquistare di Btp Italia è come di consueto pari a 1.000 €.
Ciò significa che non è possibile acquistare 800 € o 1.200 € di Btp Italia ma si possono acquistare solo di 1.000 in 1.000. Questo è un contro, in quanto i piccoli risparmiatori sono “costretti” ad acquistare un taglio definito, che potrebbe essere troppo elevato per i risparmiatori con minori disponibilità di denaro da investire oppure costituire una parte molto rilevante del loro patrimonio, a svantaggio della diversificazione.
Durata 5 anni
Se lo compro ora e lo porto a scadenza, salvo che l’Italia non fallisca, ho la certezza del rendimento soprattutto adeguato all’inflazione, ma questo si verifica solo e solamente se porto a termine (a scadenza) il mio Btp.
Ma come sappiamo i titoli di stato oscillano di prezzo perché posso comprarlo e poi rivenderlo prima della scadenza sul mercato secondario e se il titolo quota sotto la pari (sotto 100) allora subirò una perdita e 5 anni non è né un termine troppo lungo né troppo breve. In ogni caso se si ha l’intenzione già dall’inizio di portarlo a scadenza questo rischio non c’è.
Confronto con i classici Btp a 5 anni a cedola fissa
Al momento il classico Btp a 5 anni con scadenza nel 2028 e cedola fissa ha un rendimento lordo annuo superiore al 4% nominale. In quest’ottica, il Btp Italia è conveniente e quindi distribuirà un rendimento maggiore solo nel caso in cui l’inflazione media annua per i prossimi cinque anni si attesti sopra il 2%
In conclusione, il Btp Italia è un prodotto adatto a tutti i risparmiatori che non hanno immediato bisogno della liquidità investita in tale titolo, hanno un orizzonte temporale d’investimento di lungo periodo e vogliono tutelare il proprio patrimonio dall’inflazione/deflazione, senza esporsi ad un alto rischio, come avviene investendo in azioni.