MILANO (WSI) – Partenza molto positiva per l’emissione della quarta tranche del Btp Italia. A meta’ pomeriggio collocati titoli indicizzati all’inflazione per 8 miliardi di euro, secondo fonti finanziarie.
Dopo un’ora e mezza dall’avvio della raccolta dei bond a 4 anni, gli ordini avevano gia’ superato quota 2,3 miliardi di euro, per poi raggiungere i 5 miliardi a meta’ giornata, stando a quanto si apprende negli ambienti finanziari.
La possibilità del Tesoro di chiudere anticipatamente la vendita in presenza di un’adesione massiccia avrebbe spinto fin dalle prime battute risparmiatori e investitori a buttarsi sul titolo, collocato da Banca Imi e Unicredit, con Banca Akros e Sella come co-dealers.
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di Marco Sabella
ROMA (WSI) La quarta volta del Btp Italia – il bond del Tesoro italiano il cui rendimento è agganciato al tasso dell’inflazione nazionale maggiorato di una cedola fissa – cade in un momento in cui la corsa dei prezzi dà segni di rallentamento.
Il lancio dell’emissione in sottoscrizione a partire da oggi, la quarta della serie – acquistabile online senza commissioni oppure agli sportelli bancari per un taglio minimo a partire da mille euro e con scadenza il 22 aprile 2017 – viene infatti a coincidere con un netto calo dell’inflazione, scesa a marzo all’1,6% su base annua rispetto al 3,2% di appena sei mesi fa.
Promosso dal pubblico
Eppure un coro pressoché unanime di commenti favorevoli continua a promuovere il Btp Italia come uno degli strumenti più vantaggiosi per il cassettista in tutto il vasto arcipelago del debito pubblico italiano.
«Anche nell’ipotesi in cui l’inflazione italiana dovesse scendere all’1% nel corso dei prossimi mesi, il rendimento complessivo della nuova emissione rimarrebbe molto conveniente. Il bond infatti paga un minimo garantito del 2,25% annuo cui si aggiunge per l’appunto l’inflazione maturata nel periodo depurata dell’aumento dei prezzi del tabacco. Un rendimento paragonabile a quello di un Btp tradizionale della durata di 8-9 anni, il doppio rispetto alla scadenza naturale di questo strumento», commenta Antonio Mauceri, amministratore delegato di Augustum Opus Sim, una società indipendente di gestione del risparmio.
Secondo altri investitori il vantaggio del Btp Italia è netto, non soltanto a paragone dei Btp «tradizionali», ma anche rispetto alle tante emissioni di Btp inflation linked il cui rendimento è collegato al costo della vita europeo anziché a quella di casa nostra.
«Il nuovo bond è molto liquido e anche se l’emissione odierna avrà un ammontare più contenuto rispetto alle precedenti. Ma la sua ampiezza sarà sufficiente a garantire una notevole stabilità dei corsi del titolo. Una stabilità di cui sono prive le emissioni collegate all’inflazione europea, come i Btp euro i, che nei momenti di tensione del mercato obbligazionario arrivano a registrare forti perdite in conto capitale», aggiunge Daniele Guidi, responsabile delle gestioni obbligazionari di Bnp Paribas Ip.
Per il cassettista
La maggiore stabilità del Btp Italia – in aggiunta a un rendimento superiore a quello di altre emissioni, sia tradizionali che inflation linked di pari durata in base a qualsiasi scenario di aumento del costo della vita (vedi tabella, con simulazione di rincaro dei prezzi dell’1, 2 e 3%) – rende questo strumento finanziario particolarmente adatto al portafoglio degli investitori cassettisti.
Non a caso una clausola contrattuale dell’emissione prevede un premio aggiuntivo di rendimento del 4 per mille per i sottoscrittori che detengono il titolo in portafoglio fino alla scadenza naturale del rimborso.
Ok dagli Usa
Tutto questo insieme di argomentazioni spinge una grande banca americana come Morgan Stanley a scrivere, in un report appena pubblicato, che «il Btp Italia è lo strumento più a buon mercato, e quindi il più conveniente, di tutto il debito italiano». Uno degli aspetti favorevoli messi in evidenza dallo studio di Morgan Stanley riguarda l’insensibilità del titolo a scenari di deflazione.
Se infatti, la corsa dei prezzi dovesse diventare negativa in Europa e in Italia, ipotesi remota ma non impossibile, visto che nel 2009 i tassi di inflazione, a causa della crisi finanziaria, erano scesi per un breve periodo al di sotto dello zero, il Btp Italia non ne risentirebbe.
Infatti, in questo scenario i Btp collegati al costo della vita europeo vedrebbero erodersi la base di inflazione cumulata negli anni precedenti. Mentre il Btp Italia, anche in caso di inflazione negativa continuerebbe a pagare una cedola fissa piuttosto elevata e priva di aggiustamenti al ribasso se davvero si verificasse un periodo di deflazione.
Questo meccanismo è reso possibile dal fatto che, a differenza degli altri titoli indicizzati al caro-vita, l’inflazione maturata nel periodo viene liquidata semestralmente dal Btp Italia con il pagamento della cedola e il bond viene rimborsato alla scadenza alla pari. In genere gli altri titoli pagano l’inflazione maturata nel periodo di vita dell’emissione solo al momento del rimborso. «Per concludere un risparmiatore cassettista potrebbe arrivare a detenere anche il 20-30% del suo portafoglio obbligazionario in Btp Italia», sottolinea Guidi.
Attenzione
Naturalmente il nuovo bond è soggetto allo stesso livello di rischio delle altre emissioni della Repubblica ed è connotato dal rating BBB+ (Standard&Poor’s).
Tuttavia un eventuale abbassamento del merito di credito del debito pubblico italiano – ipotesi che non si può escludere, visto il perdurare della crisi politica del Paese in concomitanza con la pesante recessione dell’economia – avrebbe uno scarso impatto sul corso delle quattro emissioni dei Btp Italia, presenti prevalentemente nel portafoglio di investitori domestici che non seguono logiche speculative.
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