Btp, numeri alla mano come operare su spinte rialziste o ribassiste
di Lorenzo Raffo
La rottura all’insù dell’1% per il rendimento del Btp decennale ha costituito una novità inattesa per molti investitori, sebbene attribuibile soltanto a fattori finanziari internazionali, al traino di trend che hanno colpito l’intero contesto dei governativi in euro, con il Bund a dieci anni salito addirittura al negativo 0,11% contro un massimo (trattandosi di valori a segno meno occorre ragionare con parametri numerici inversi rispetto al modo di pensare tradizionale) del negativo 0,67% nelle ultime 52 settimane.
Le domande che vengono poste su questa vera e propria inversione sono tante. Cominciamo da un aspetto forse poco conosciuto, quello della relazione fra andamento dei rendimenti del decennale – benchmark assoluto per chi opera sul mercato obbligazionario – e quotazione delle varie emissioni in base alle scadenze.
Si sono registrati infatti movimenti violenti, che hanno disorientato gli investitori in Btp.
BTP: questa tabella spiega tutto
Per capire le dinamiche dei prezzi rispetto all’andamento del tasso del decennale (che può derivare da fattori di mercato o da evoluzioni di politica monetaria) si utilizza una semplice tabella che evidenzia l’impatto sulle diverse vite residue.
A metà febbraio il decennale italiano viaggiava sullo 0,55% e da allora – alla chiusura di ieri sera – ha guadagnato 50 pb, salendo all’1,05%. In termini di quotazioni ciò ha voluto dire un impatto negativo di circa lo 0,8% per una scadenza a due anni, del 4,3% per un dieci anni e del 13,8% per un 50 anni.
Fonte: Advice Only
Dato che nei prossimi mesi si prevede una volatilità in crescita, con possibili rialzi ma anche ribassi dello yield del decennale, il riferimento più interessante sta nel calcolare il valore in percentuale di variazione per ogni 10 pb (0,10%) di rendimento del benchmark a 10 anni: in termini di quotazioni ciò significa una modifica dello 0,16% per un 2 anni, dello 0,88% per un dieci anni e del 2,74% per un 50 anni.
Numeri alla mano un Btp 2,8% 2067, che non è un cinquantennale puro in quanto ormai scalzato dal nuovo 2,15% 2072 (Isin IT0005441883), il cui inizio di negoziazioni è avvenuto però da troppo poco tempo, conferma in pieno questi numeri, con un calo di prezzo da metà febbraio a ieri di poco inferiore rispetto al 13,8% indicato in base ai calcoli teorici.
Yield del decennale, i riferimenti tecnici
Ancora più importante è ipotizzare dei livelli grafici di indirizzo per il rendimento del BTP dieci anni, valore cardine per comprendere cosa sta succedendo sul mercato per i nostri titoli di Stato. Inevitabilmente l’1% è un riferimento sostanziale nella separazione fra trend rialzisti o ribassisti (logicamente inversi a quelli delle quotazioni) ma alla genericità di una cifra tonda occorre accompagnare dei numeri molto più precisi.
Nel caso di incremento dello yield i livelli da monitorare sono in successione 1,15%, 1,22% e 1,35%. In una situazione opposta di decremento risultano in sequenza i valori di 0,94%, 0,81% e 0,74%.
Considerando che l’elemento trainante è il Bund tedesco nella fase in corso occorre che tenga il negativo 0,20% contro lo 0,11% delle ultime battute di mercato: sotto ripartirebbe una fase di rafforzamento del titolo di Stato di Berlino, da mettere in relazione a notizie non solo di attenuazione dei timori inflattivi ma anche di una nuova maggiore avversione al rischio da parte dei mercati.
Indicazioni delle ultime ore
Che gli istituzionali siano tornati ad acquistare Btp dopo sedute di forte debolezza è dimostrato dai movimenti di ieri e di oggi. Gli yield – a detta di molti analisti – sono saliti troppo, favorendo occasioni di acquisto dovute soprattutto a un rapporto rischio/rendimento che torna a essere uno dei migliori in assoluto nel contesto dell’euro.
Di qui la previsione che nelle prossime settimane sarà la volatilità a farla da padrona, rendendo ancor più importante la valutazione dei riferimenti numerici fra andamento dello yield e quotazioni delle singole emissioni.
È il caso di valutare infine alcuni livelli grafici delle emissioni più significative: il 2,15% 2072 (Isin IT0005441883) ritroverebbe forza al superamento dei 95,8 euro contro l’apertura oggi a 94,03; il 2,8% 2067 (Isin IT0005217390) oltre i 116 euro contro i 114,05 di oggi; l’1,7% 2051 (Isin IT0005425233) sopra i 96,47 euro contro i 93,8 di oggi; infine un decennale puro, quale lo 0,9% 2031 (Isin IT0005422891), consoliderebbe al superamento dei 101 euro contro i 99,16 dell’apertura di oggi.