Mark Zuckerberg è pronto a testimoniare davanti al Congresso americano. Lo riporta la Cnn citando fonti vicine al numero uno di Facebook che potrebbe recarsi a Capitol Hill, davanti alla commissione giustizia del Senato, il prossimo 10 aprile.
Il presidente della commissione ha già invitato per quella data non solo l’AD Zuckerberg, ma anche il Ceo di Google, Sundar Pichai, e quello di Twitter, Jack Dorsey. In agenda, una verifica delle politiche dei big del web sul fronte della protezione dei dati personali.
Intanto non si ferma l’ondata di pessimismo che sta travolgendo il titolo in Borsa. Dall’inizio dello scandalo sull’uso dei dati personali dei proprio utenti, Facebook ha perso oltre 80 miliardi di dollari in termini di capitalizzazione, con il titolo che ha lasciato sul terreno complessivamente il 18% del suo valore. Duro colpo anche alla ricchezza personale di Mark Zuckerberg che è arrivato a perdere 14 miliardi di dollari.
E per gli analisti il peggio non è alle spalle. Ieri gli analisti di Bank of America, hanno scritto in una nota che l’inchiesta avviata due giorni fa dalla Federal Trade Commission i “aumenta i rischi di pene di stampo civile per violazioni sulla privacy, e che, se la storia si ripete, potrebbe richiedere anni prima di concludersi”. Bank of America ha tagliato l’obiettivo di prezzo a un anno a 210 dollari da 230. La raccomandazione però è rimasta “comprare”.
Facebook, tutti tranne Zuckerberg rischiano il posto
Nel frattempo, i procuratori generali di 37 Stati americani hanno chiesto a Zuckerberg spiegazioni sul datagate:
“Gli utenti meritano risposte sulle pratiche aziendali e sulla protezione della privacy”, hanno scritto in una lettera al ceo di Facebook. “Le aziende come Facebook devono rispettare la legge su come usano i dati personali dei loro clienti”, ha detto il procuratore generale della Pennsylvania Josh Shapiro, che guida il gruppo bipartisan.
Un ultimatum è intanto arrivato anche da Bruxelles, che ha concesso due settimane di tempo per chiarire alcuni dei molti punti oscuri dello scandalo sulla raccolta dei dati di 50 milioni di utenti finiti nelle mani di Cambridge Analytica. Dopo le polemiche per la gestione dello scandalo del datagate da parte di Zuckerberg, il futuro di Facebook potrebbe essere nelle mani della numero due del gruppo, Sheryl Sandberg, che ha celebrato la settimana scorsa i suoi dieci anni di lavoro in seno al social media.
Il New York Times scrive però che ormai nell’azienda nessuno ha il posto sicuro. Facebook starebbe cercando di sondare i pareri dell’opinione pubblica anche sulla direttrice generale: “evidentemente il danno di immagine è notevole”, anche perché la storia di Cambridge Analytica è andata a contaminare l’aspetto più prezioso della piattaforma, ossia la fiducia degli utenti.