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Bundesbank, con tassi negativi rischio corsa sportelli

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FRANCOFORTE (WSI) – I rischi e gli effetti collaterali di una politica monetaria ultra-accomodante vanno presi seriamente in considerazione e non possono continuamente essere ignorati. Lo ha dichiarato il presidente della Bundesbank e consigliere della Bce, Jens Weidmann, durante la presentazione del bilancio 2015 della banca centrale tedesca.

Sul tema di un possibile ulteriore rafforzamento delle misure messe finora in campo dalla Bce a causa dell’inflazione troppo bassa, tra cui i tassi di deposito ancora più negativi e un Quantitative Easing potenziato, ha sottolineato come questi rischi collaterali “non possono essere semplicemente ignorati” anche perché tassi negativi spingerebbero i risparmiatori a prelevare denaro in contanti dalle banche.

Da Weidmann arriva inoltre un secco no alla proposta di abolizione della banconota da 500 euro perché “l’80% dei tedeschi paga ancora in contanti”. Lo stesso falco monetario ha poi sottolineato come la ripresa dell’Eurozona continuerà nel 2016 e proseguirà nel 2017:

“È probabile che la graduale ripresa della zona euro continui nel resto di quest’anno e nel 2017”, ha detto. “Nel complesso le prospettive dell’Eurozona non sono poi così male come a volte vengono dipinte“.

La Banca tedesca ha annunciato tra l’altro la riduzione lo scorso anno di 800 milioni di euro di accantonamenti come copertura dal rischio di potenziali perdite, arrivando così a quota 13,6 miliardi.

Nell’attesissima prossima riunione del 10 marzo del Consiglio direttivo della Bce, Mario Draghi dovrebbe portare i tassi sui deposito dal -0,3% al -0,4% ed estendere il programma di acquisto di titoli di Stato. Viste le promesse fatta all’ultima riunione e dal momento che appare ormai scontata una revisione al ribasso delle stime per l’inflazione nell’area euro, appare scontato un intervento di stimolo monetario ulteriore.

Come ha ricordato lo stesso Draghi alla riunione di gennaio, dal 10 marzo saranno a disposizione dei banchieri le nuove previsioni su Pil e inflazione dell’Eurozona per un periodo che va dal 2016 al 2018. Sulla base delle nuove stime, ha detto Weidmann, il Consiglio “esaminerà l’orientamento delle sue politiche”.

Il calo del petrolio, secondo il numero uno della Bundesbank, pur con effetti negativi sull’andamento dell’inflazione “è sicuramente positivo dal punto di vista congiunturale”. Anche la Germania, ha proseguio Weidmann, “dovrebbe confermare la fase di crescita nel 2016 e questo malgrado le recenti turbolenze sui mercati finanziari“.