ROMA (WSI) – Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, lancia l’allarme sul problema dei debiti sovrani in Eurozona, e sulle banche imbottite di titoli di stato.
In un editoriale scritto sul Financial Times, Weidmann parla di “abbraccio mortale” tra banche e bond e afferma che tale abbraccio, che vede le banche avere una esposizione eccessiva verso i debiti sovrani, deve essere spezzato attraverso l’introduzione di maggiori controlli.
Il numero uno della Banca centrale tedesca ritiene che, invece di ridurre l’esposizione verso i titoli di stato, le banche dell’Eurozona hanno aumentato i bond nei loro bilanci. Della serie: la crisi non ha insegnato nulla, complici anche gli aiuti della Bce che sono stati utilizzati dal mondo delle lobby non per erogare prestiti e far ripartire le economie, ma per permettere alle banche di acquistare bond.
Certo, in tutto questo un effetto positivo c’è stato, dal momento che così facendo, i bond attaccati dalla speculazione sono tornati a salire di valore…ma non è questa, alla fine, una bolla?
Weidmann afferma che sono proprio le leggi attuali che rendono “molto appetibile” per gli istituti di credito investire in bond governativi, specialmente quelli dei loro rispettivi paesi. Il risultato è che i debiti al momento incidono sul valore totale degli asset delle banche dell’Eurozona per il 5,3%, una percentuale più alta di un terzo rispetto a quella di cinque anni fa.
“I tempi sono maturi per affrontare il problema della regolamentazione dell’esposizione verso i debiti sovrani, ha scritto – Senza di essa, non vedo un altro modo affidabile per spezzare il nesso debiti sovrani-banche”.
Il fenomeno è stato denunciato, sempre oggi, dall’Adusbef e da Federconsumatori che, in un comunicato, hanno parlato di banche italiane imbottite di titoli di stato, ricordando come gli istituti italiani stiano investendo in BTP piuttosto che aiutare le imprese.
Di fatto, tra il dicembre del 2011 e la fine di febbraio del 2012, grazie alle operazioni LTRO lanciate dalla Bce, le banche italiane si sono aggiudicate ben 267,4 miliardi di euro al tasso dell’1% dei 1.000 miliardi di euro messi a disposizione da Mario Draghi per le banche europee.
I titoli di Stato detenuti dalle banche italiane, che a dicembre 2011 ammontavano a 265,407 miliardi di euro, (+60,6%), passano al 30 giugno 2013 ad un totale di 426,266 miliardi di euro.
Nel dicembre 2011, i prestiti erogati dalle banche alle imprese, erano pari a 1.712 miliardi di euro, ma tali impieghi si sono ridotti al luglio 2013 a 1.648 miliardi di euro, con una riduzione secca, che in termini assoluti corrisponde a – 62 miliardi di euro erogati alle piccole e medie imprese ed alle famiglie strozzate e strangolate.
“Se banche e banchieri, non allargano i cordoni del credito valutandone la meritorietà a famiglie,artigiani ed alla piccola e media impresa ossatura dell’economia, strozzati dalle revoche dei fidi, si renderanno responsabili dell’ulteriore sfascio economico e produttivo del Paese”, si legge nel comunicato.
Proprio ieri, Wall Street Italia ha pubblicato l’articolo BTP in pancia a banche italiane al record di sempre, mettendo in evidenza che il valore dei BTP che le banche italiane detengono, stando alle fonti della stessa Banca d’Italia, è balzato al record di sempre, pari 400 miliardi di euro. Il valore è quattro volte tanto l’ammontare di titoli di stato italiani che gli istituti di credito detenevano prima dell’esplosione della crisi dei debiti sovrani.