ROMA (WSI) – Draghi è con le spalle al muro. Nemmeno in caso di deflazione la Bundesbank farà concessioni e si piegherà al piano del banchiere centrale che prevede la messa a un punto di un Quantitative Easing in area euro.
Lo ha detto il governatore della Banca centrale tedesca, l’alfiere della Cancelliera Angela Merkel.
Jens Weidmann ha sottolineato che anche nel caso in cui le basse quotazioni petrolifere dovessero portare a una contrazione dei prezzi in Germania nei prossimi mesi, un programma di acquisto di titoli di Stato da parte della Bce non sarebbe giustificato.
Complici anche le tensioni in Russia e in Grecia, sul mercato dei titoli di Stato, lo spread tra Btp e Bund decennali si è allargato fino a 150 punti.
La Bce sta osservando da vicino la contrazione dei prezzi del greggio per capire se l’inflazione in Eurozona verrà interessata. Al momento i prezzi al consumo sono allo 0,3%, di molto sotto la soglia del 2% prestabilita dalla banca centrale.
Draghi è pronto a intervenire per scongiurare una caduta in una fase di deflazione. Il futures sul Brent londinese scambia appena sopra i $59 al barile, è il livello più basso da maggio 2009.
Dopo aver esaurito tutte le cartucce ‘ortodosse’ a disposizione portando il tasso di riferimento ai minimi storici dello 0,05%, il piano di acquisto di bond sovrani (il cosiddetto Quantitative Easing) è visto dalle autorità di politica monetaria come l’intervento da ultima spiaggia per rilanciare l’economia.
(DaC)