Chi ha investito in buoni fruttiferi postali prima del 1999 può vedersi cambiare il tasso di interesse anche in modo retroattivo. Basta un decreto ministeriale e il cambio può avvenire anche senza che l’investitore venga informato.
Un vero e proprio fulmine a ciel sereno per gli italiani che hanno investito in uno dei prodotti di investimento più usati, considerati spesso sicuri in quanto garantiti dallo Stato Italiano ed emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti e per cui è possibile richiedere il rimborso del capitale investito in qualsiasi momento.
Lo scorso 2007 la Cassazione aveva affermato che sottoscrivere un buono compreso il tasso di interesse equivale in tutto e per tutto a firmare un contratto che non può essere modificato in corso d’opera. Ma ma ora con il provvedimento dell’11 febbraio scorso delle Sezioni Unite della Cassazione, si smentisce la precedente posizione. Ciò significa che lo Stato può cambiare le regole anche in modo retroattivo.
Oggi la Cassazione arriva alla conclusione opposta. E quel che è peggio, per il povero risparmiatore, è che lo fa affermando espressamente di non contraddire il proprio precedente (…) Il risultato è un capolavoro. Se il tasso di interesse viene cambiato a sfavore del consumatore, i suoi Buoni vengono considerati come “rimborsati” con il tasso stabilito in origine e “convertiti in titoli della nuova serie con il relativo tasso di interesse”.
Così a Repubblica spiega Aldo Bissi del comitato scientifico di Ridare, portale di Giuffrè Francis Lefebvre cosa succede ferme restando la possibilità di recedere dal contratto, incassando quanto spetta secondo il tasso di interesse originario e più vantaggioso.