La parziale riapertura delle attività economiche in Italia incrementerà inevitabilmente i rischi di contrarre il coronavirus nelle prossime settimane. Tutti, a partire dal governo, sono consapevoli che tornare sul posto di lavoro potrebbe far risalire la curva dei contagi. Anche per questo, le precauzioni che seguiranno i cittadini da questo momento in avanti, saranno fondamentali per contenere l’avanzata dell’epidemia.
Il virologo Roberto Burioni, fondatore di Medical Facts e ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele, ha contribuito a stilare un una guida in dieci punti che sintetizza le più importanti condotte per prevenire il contagio in ufficio, in fabbrica e, più in generale, nelle situazioni di prossimità con altri individui. Il decalogo è stato discusso oggi nell’ambito di un webinar (“Una nuova normalità: comportamenti corretti per tornare a lavorare in sicurezza”) organizzato insieme a Randstad, primo operatore mondiale nei servizi per le risorse umane.
“Abbiamo elencato gli aspetti comportamentali da metter in pratica sul luogo di lavoro per provare a ridurre al minimo il rischio di contagio da Covid19”, ha dichiarato, Roberto Burioni, “dobbiamo essere consapevoli che le mascherine, il distanziamento sociale e l’igiene delle mani non azzerano il rischio di contagio, ma sono fondamentali per minimizzarlo.
Il rispetto di queste regole – ha aggiunto il professore – è fondamentale per abbassare il rischio che questo virus riparta; il ruolo di ciascuno, aziende, manager e lavoratori, nel rispetto dei diversi punti è fondamentale per rendere tale rischio sempre più basso”.
“È necessario far ripartire il lavoro e tutelare la salute. Siamo impegnati ad accompagnare le aziende nella gestione della riapertura organizzativa dopo lo stop forzato a causa dell’emergenza, affiancando nel contempo i lavoratori per garantire la massima sicurezza in ogni attività”, ha dichiarato l’ad di Randstad Italia, Marco Ceresa, “dovremo gestire una nuova normalità, in cui saranno cruciali i corretti comportamenti individuali di tutti”.
Le dieci regole da seguire sul posto di lavoro
- Non sottovalutare il rischio. Ogni collega, anche in apparente piena salute, è potenzialmente infettivo. Io stesso potrei esserlo.
- Indossa la mascherina. Per quanto detto, è indispensabile indossare almeno la mascherina chirurgica. Tutti dobbiamo indossare la mascherina chirurgica.
- La mascherina non azzera il rischio. In ogni caso, considera che la mascherina, di qualsiasi tipo, non è sufficiente ad azzerare il rischio di contagio.
- Mantieni la distanza. È importante anche mantenere la distanza di almeno due metri dal collega. E per lo stesso motivo, bisogna chiedere al collega di restare distante almeno due metri.
- Posiziona dei separatori. In caso di postazioni di lavoro ravvicinate (ad esempio delle scrivanie) è importante richiedere l’installazione di pannelli separatori.
- Ancora non basta. Bisogna considerare che il distanziamento sociale e la mascherina non portano al rischio zero di contagio.
- Non toccare il volto. E’ possibile autoinfettarsi con il virus anche se, dopo aver toccato una superficie contaminata, si portano le mani alla bocca, al naso o agli occhi.
- Lava le mani con attenzione. Bisogna prestare massima attenzione all’igiene delle mani, meglio lavandole con acqua e sapone per almeno 40 secondi in ogni loro punto. Solo in alternativa, è possibile ricorrere a disinfettanti per le mani a base di alcol.
- Non toccare la mascherina. Per quanto detto sopra, bisogna evitare di toccare la mascherina, soprattutto sulla superficie anteriore. Se necessario (ad esempio, per sistemarla meglio), lo si può fare solo dopo aver pulito le mani e toccandone solo gli elastici o le stringhe che la fissano alle orecchie.
- Con sintomi non andare al lavoro. In caso di febbre, sintomi che possano suggerire l’infezione da coronavirus (tosse, mal di testa, debolezza insolita, alterazioni del gusto e dell’olfatto, diarrea) o in caso di contatto certo con un individuo risultato positivo al SARS-CoV-2 non bisogna recarsi al lavoro e avvertire prontamente il medico curante.