Società

BUSH VUOLE I DATI SUI SITI PORNO
E GOOGLE CROLLA

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(WSI) – Il governo Usa mette al tappeto Google. La Internet company vive al Nasdaq la peggior seduta da quando ha fatto il suo esordio sul listino ad agosto 2004. Il titolo del motore di ricerca più usato al mondo crolla dell’8,47%, scende sotto i 400 dollari, a quota 399,46, e brucia in una sola sessione di scambi una capitalizzazione di 20 miliardi di dollari. Se ieri la società valeva 138 miliardi, oggi si attesta infatti a 118 miliardi.

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Google sconta il più pesante ribasso di sempre, che vale anche un tonfo per il Nasdaq (-2,35%), a causa della controversia che la contrappone al dipartimento di Giustizia in relazione alla tutela della privacy dei suoi utenti online. Al tempo stesso il titolo sconta alcuni timori degli analisti legati alla sostenibilità dei risultati record finora raggiunti dalla compagnia californiana di Mountain View.

Il crollo delle quotazioni di Google (già ieri in calo dell’1,9%) è stato innescato qualche giorno fa dal tonfo borsistico accusato dalla rivale Yahoo!, che ha annunciato una trimestrale fortemente inferiore alle attese, almeno a giudizio degli analisti.

Poi sono arrivate le indagini avviate da Washington: il motore di ricerca è stato invitato a consegnare i dati all’interno della campagna voluta dall’Amministrazione Bush contro la pornografia infantile via Internet. La richiesta si riferisce in particolare alle query registrate nel periodo che va dal primo giugno al 31 luglio dell’anno scorso. Il governo chiede inoltre un milione dei siti più ricorrenti selezionati dagli archivi di Google.

In una memoria presentata presso la Corte distrettuale di San Josè, il dipartimento di Giustizia rivela che Google si è rifiutata di accettare lo scorso anno una simile richiesta, opponendo dubbi per la violazione della privacy, nonché la rivelazione dei segreti industriali del motore, sia di natura tecnologica sia strategica. Il dipartimento di Giustizia sostiene inoltre che diversi tra i principali concorrenti di Google hanno già risposto positivamente ad un’analoga richiesta.

L’obiettivo del governo è verificare e quantificare quante volte spuntano temi pornografici nelle pagine ricercate.

La richiesta fa parte di un più ampio tentativo del governo di rendere effettiva una legge del 1998, la Child Online Protection Act, or COPA, che punisce i siti che permettono ai bambini di vedere la pornografia.

Ma in una decisione del 2004 la Corte Suprema ha accolto un ricorso con il quale si chiedeva di impedire al governo di obbligare i siti ad applicare forzatamente tale legge. Gli avvocati di Google sostengono che in questo modo potrebbe essere rivelata l’identità degli utenti del motore di ricerca e hanno annunciato battaglia contro la nuova richiesta del governo.

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