Piovono multe dalla Uefa. Nel mirino dell’organismo che gestisce il calcio in Europa, e che dal 2009 ha introdotto il fair play finanziario, sono finiti quattro club italiani, ovvero Roma, Juventus, Milan, Inter, assieme a Marsiglia, Paris Saint-Germain, Besiktas e Monaco. Le società sarebbero colpevoli di non aver rispettato il requisito del break-even negli esercizi compresi tra il 2018 al 2022, con delle deroghe per gli anni 2020 e 2021 per via della pandemia da Covid-19. La Uefa ha fatto sapere:
“Questi otto club hanno accettato un contributo finanziario di 172 milioni di euro. Tali importi saranno trattenuti da eventuali entrate che questi club guadagnano dalla partecipazione alle competizioni Uefa per club o pagati direttamente. Di tale importo, 26 milioni di euro (15%) saranno interamente pagati, mentre il saldo residuo di 146 milioni di euro (85%) è condizionato al rispetto da parte di questi club degli obiettivi indicati nel rispettivo accordo transattivo”.
Gli accordi tra la Uefa e le squadre italiane
Nel dettaglio, l’accordo firmato da Roma e Inter prevede il rispetto dei “requisiti di stabilità”, come definiti nel regolamento Uefa Club Licensing and Financial Sustainability-Edizione 2022″, entro quattro anni, con l’ulteriore restrizione di poter iscrivere nella stagione attuale 23 giocatori in rosa e non 25. Juventus e Milan hanno invece pattuito il rispetto delle regole finanziarie entro tre anni e dunque non avranno restrizioni alla rosa.
Adesso le società di Serie A dovranno pagare le sanzioni minime. Il Milan sborserà 2 milioni, la Juventus 3,5 milioni, l’Inter 4 e la Roma 5 milioni. Milan e Juventus hanno garantito di rientrare nei parametri entro la stagione 2025-2026 con un accordo triennale; Inter e Roma hanno invece scelto l’accordo quadriennale. Non è stata inflitta alcuna sanzione a Lazio e Napoli, tuttavia i due club saranno “monitorati”.
Che cos’è il fair play finanziario
Il fair play finanziario altro non è che un meccanismo, introdotto dal comitato esecutivo Uefa nel settembre 2009, attraverso il quale sono controllati i bilanci dei singoli club per verificare il principio del pareggio di bilancio (breakeven), ossia un equilibrio tra le spese, come ad esempio il costo degli stipendi o i cartellini dei giocatori acquistati, affrontate dalle società e i ricavi da essi ottenuti. Secondo quanto previsto, risultato deve essere positivo, pari tra le due voci di entrata e uscita, ma è anche ammessa una lieve perdita fino a 5 milioni per le tre annualità prese ogni volta in esame.