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Calcio, Roma raggirata. La bufala dello sceicco misterioso

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ROMA (WSI) – Il presunto sceicco della Roma è in mora con le banche di 4 mila euro. Non solo, ma nei primi giorni di gennaio ha chiesto alla filiale di Roma di un grosso istituto del nord, un’apertura di credito di 1.000 euro, non concessagli. Tutto questo evidententemente perchè dalle carte riservate in possesso di alcuni banchieri ai quali Adnan Adel Aref Qaddumi (o Quaddumi) si è rivolto, risulta che le sue proprietà sono solo sulla carta o quasi. Eppure secondo gli americani di James Pallotta, dalla due diligence effettuata emergono «disponibilità finanziarie idonee a effettuare questo tipo di operazioni».

Cioè a entrare nel capitale della As Roma SVP LLC, versando circa 50 milioni. Il termine è giovedì 14 marzo. Dopodomani. Ma sarà vero? Ecco l’amara realtà sull’arabo, come risulta dalla documentazione inedita in possesso dei banchieri. Anche di Unicredit che ha avuto a che fare con l’uomo d’affari nato a Nablus in Giordania il 9 marzo 1959: quindi sabato scorso ha compiuto 54 anni.

Nel frattempo un altro club blasonato d’Europa, il Valencia, e’ in grave crisi finanziaria. La societa’ spagnola e’ finita sotto il controllo dell’istituto Bankia.

I MISTERI SUL NOME

Unicredit l’ha registrato perchè l’arabo deve aver bussato per aprire qualche rapporto di credito rimasto, però, senza seguito. Così come ha fatto una grossa popolare del nord che non gli ha concesso un’apertura di credito di appena 1.000 euro chiestagli ai primi dell’anno.

Il no al piccolo prestito probabilmente si spiega con la presenza dell’arabo nelle partite in sofferenza evidenziate dalla centrale rischi di Bankitalia, cioè il database che annota gli affidamenti fatti ai singoli clienti, da cui risulta che c’è un debito di 4 mila euro non restituito a qualche banca italiana. Ma i misteri sul pretendente della Roma non finiscono qui. Partiamo dal nome. Nelle carte a disposizione dei banchieri risulta che si chiama Adnan Adel Aref Qaddumi. Della coda del cognome «al Shtewi» non c’è traccia da nessuna parte.

IL BILANCIO 2011

Così come in calce al bilancio 2011 (l’ultimo depositato) di Amyga oil & gas holding srl, società specializzata nell’assunzione di partecipazioni di controllo escluso holding di gruppi finanziari, c’è la sua firma, visto che ne è presidente e azionista di maggioranza (60%): Adnan Adel Aref Quaddumi, come si legge nella riproduzione in questa pagina. C’è di più, a rafforzare il cognome Quaddumi compare una postilla, da lui controfirmata, nella quale dichiara che il documento è autentico. Amyga oil & gas ha chiuso il bilancio 2011 con una perdita di 797 euro, a fronte di attivi pari a 9.239 e un patrimonio netto di 9.203.

SOCIETÀ INATTIVE

Tra i conti d’ordine la sorpresa. «Tra gli impegni è allocata la posta di 1.605.714,51 euro – si legge – che deriva dalle iniziali singole attribuzioni che hanno origine dalla sottoscrizione di contratto preliminare di costituzione di apposita società di diritto saudita “Assir Hi Tech International Group for Commerce Industry and Contracting ltd”. Il preliminare prevede la partecipazione futura al 54% del capitale sociale della newco da parte della nostra società, con versamento di iniziali 2 milioni di dollari».

Qaddumi possiede, inoltre, il 60% di Amyga srl, società inattiva, dall’oggetto sociale indefinito e presiede Fagnus, un’altra società non in attività. Infine è presidente di Technofin holding di Gallarate, anch’essa sulla carta. In Amyga srl ha un socio di minoranza, anche lui in contenzioso con il Creberg.

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