Economia

Calenda: “Elezioni sono minaccia per la stabilità”

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(WSI) – Le elezioni italiane son una minaccia per la stabilità nonostante l’economia vada bene. A dirlo il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda nel corso di un’intervista alla Cnbc.

Ex manager alla Ferrari, ambasciatore presso l’Unione Europea per un breve periodo, Calenda, europeista convinto, è stato candidato parlamentare nel 2013 ed è conosciuto a Bruxelles e Roma per il suo temperamento caldo tanto che Matteo Renzi una volta si lamentava che  Calenda fosse più litigioso di lui. 44 anni, il ministro è un fervente seguace del libero scambio.

Ciononostante, ha fatto notizia in ottobre quando ha accusato il gigante dell’acciaio ArcelorMittal di non rispettare gli impegni presi nei confronti dei lavoratori dell’Ilva. Il nome di Calenda è stato proposto come il potenziale capo di una “grande coalizione” tra i partiti di Renzi e Berlusconi ma per ora il ministro ha fatto sapere di non volersi candidare.

Certo che la sua opinione conta e si fa sentire. Alla Cnbc il ministro ha affermato che la prospettiva di un parlamento sospeso dopo le elezioni del 4 marzo, quando si prevede che nessun partito otterrà una maggioranza assoluta permettendogli di governare da solo, è un rischio.

“E’ una minaccia ed è chiaro che, una volta che abbiamo un sistema basato su tre pilastri (partiti politici), è molto difficile trovare una maggioranza.”

Se le elezioni di marzo dovessero produrre un parlamento sospeso, si teme che eventuali ritardi nella formazione di un governo possano determinare incertezza politica e instabilità economica per la terza economia della zona euro. Il tutto mentre l’economia italiana sta dando buoni risultati, dice Calenda anche se le sfide legate alla produttività, ai mercati del lavoro e al sistema bancario – comprese le banche italiane che hanno ricevuto ingenti somme di crediti in sofferenza – sono rimaste irrisolte.

“Alla fine siamo usciti dalla crisi. L’anno scorso, abbiamo avuto una crescita del prodotto interno lordo (PIL) di circa l’1,5%, ma ancora più importante la nostra crescita delle esportazioni è stata di circa l’8%, più della Germania e molto più della Francia. Anche gli investimenti privati nel settore manifatturiero sono molto, molto elevati – in crescita dell 11%. C’è quindi una parte dell’ Italia (che) che sta dando buoni risultati e che è ormai entrata nella catena globale del valore… Ora quello che dobbiamo fare è fare in modo che sempre più aziende seguano lo stesso tipo di percorso e questo è il nostro compito cruciale”.