Economia

Calenda: “Il governo più pericoloso del dopoguerra”

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Siamo di fronte al più pericoloso Governo che l’Italia abbia avuto nel Dopoguerra. Non usa mezzi termini l’ex ministro dello Sviluppo Economico del governo Renzi, Carlo Calenda nel corso di un’intervista alla trasmissione “In onda” su La7.

Calenda negli ultimi tempi è diventato protagonista di una polemica a distanza con il suo successore, Luigi Di Maio, sul caso Ilva ma l’ex ministro in più occasioni ha manifestato la sua ferma opposizione al nuovo esecutivo giallo-verde.

“La situazione attuale è indecorosa per un grande paese. La mia idea è che ovviamente le frontiere vanno presidiate e che non si possono accogliere tutti poiché sarebbe impossibile, ma si devono salvare le persone e soprattutto se ciò lo fanno le navi della Guardia Costiera poi si fanno sbarcare.

“Non si può chiedere aiuto un pezzo al Vaticano e un pezzo all’Albania, sono cose mai viste in un grande paese come l’Italia. Credo che su questo tema si possa essere anche duri, ma questo Governo non sta gestendo l’immigrazione, fa solo spot elettorali. Abbiamo un Governo che di fatto sta facendo l’opposizione”.

L’ex titolare del dicastero dello Sviluppo economico, indicato da più parti come l’uomo nuovo che può cambiare volto al Partito Democratico nei mesi scorsi aveva pubblicato una lettera, una sorta di manifesto con cui ha chiesto a tutti i progressisti di riunirsi in una nuova alleanza in cui propone di “proteggere gli sconfitti” e ricreare “uno Stato forte”. E nel corso dell’ultima intervista ha anche  parlato proprio di quello che non va attualmente nel PD.

“Io credo che nel partito ci sia un accordo per posticipare il congresso perché ci sono due linee: la prima è quella di chi vuol attendere una crisi di Governo per fare un accordo coi 5 Stelle, la seconda linea è quella dei renziani che aspettano il terzo avvento di Renzi alla Leopolda per poter riproporre lui, o qualcuno a lui vicino, alla leadership del partito. Questa roba è lecita, ma di fronte al più pericoloso Governo che l’Italia abbia avuto nel Dopoguerra, questo modo di fare opposizione è ridicolo”.