“Abbattere il carico fiscale sulle imprese costa immensamente meno rispetto al taglio dell’Irpef”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, all’assemblea annuale di Confesercenti, sottolineando che la diminuzione delle tasse deve essere sulle imprese e non generalizzata. “Anche perché”, ha aggiungo il ministro, “non siamo in grado di fare un taglio gigantesco sull’Irpef, che sarebbe la via maestra”. “Se viene un politico e dice abbasso l’Irpef di 50 euro, secondo voi questo rilancia i consumi?”, ha chiesto alla platea.
Calenda ha detto anche che la crescita del Pil italiano non è sufficiente per sostenere lo sviluppo e neanche per ridurre il debito:
“Siamo contenti di non essere al -1% ma il dibattito sullo 0,2, 0,3 o 1,3% è tra il ridicolo e il tragico. Il nostro lavoro resta quello del recupero dei 50 miliardi persi”.
Il riferimento è qui alla diminuzione di 47 miliardi nei consumi degli italiani rispetto ai livelli precedenti alla crisi del 2008, denunciata nel corso dell’assemblea dalla neoeletta presidente di Confesercenti Patrizia De Luise.
Il ministro dello Sviluppo economico ha parlato anche del piano nazionale Industria 4.0 presentato a maggio, volto a supportare le imprese nella trasformazione digitale 4.0. In seguito a discussioni con il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, il programma cambierà nome in Impresa 4.0 e a settembre si terrà la seconda riunione. In quell’occasione Calenda si aspetta le proposte dei corpi intermedi, come Confesercenti:
“Il naming non conta niente, conta quello che ci mettiamo dentro. Io non faccio bandi per incentivi fiscali, invece di un fondo rotativo proponete quali sono le defiscalizzazioni su cui volete investire”