(WSI) – Tassi di interesse: in area euro in allargamento i differenziali di tasso dei paesi periferici vs. Germania. I tassi biennali (0,50%) e decennali (2,77%) tedeschi nel frattempo hanno realizzato nuovi minimi storici. Forti ribassi tra le borse europee.
Le tensioni si sono accentuate durante la conferenza stampa di Trichet quando il governatore della Bce nella sessione “domande e risposte” ha dichiarato che la possibilità di acquistare debito governativo non è stata discussa. Ha aggiunto che la Spagna ed il Portogallo non sono nella stessa condizione della Grecia.
In risposta ad una domanda sul rischio contagio, ha dichiarato che la banca centrale “resta in stato di allerta permanente e capace di prendere decisioni appropriate anche se non convenzionali”. Infine ha reso noto che l’accordo di accettare titoli greci come collaterale a qualsiasi rating è stato raggiunto a larga maggioranza.
La Bce ha annunciato una conference call oggi con le banche commerciali per discutere delle condizioni del mercato monetario. Oggi è prevista una conference call anche del G7 per discutere della crisi greca. Non sembrerebbe previsto un comunicato ufficiale, ma probabilmente i singoli partecipanti comunicheranno la discussione tramite interviste post-conferenza.
Sul fronte UK, le prime proiezioni ufficiali sui risultati delle elezioni politiche hanno evidenziato la vittoria dei conservatori senza però l’ottenimento della maggioranza assoluta dei seggi. In base alla legge elettorale, il premier uscente Brown ha il diritto di restare in carica per tentare di formare un nuovo governo che si profila essere un governo di coalizione. Qualora non ci riesca, toccherà al capo del partito che ha ottenuto la maggioranza relativa tentare di creare una coalizione.
Negli Usa tassi di mercato in marcato calo soprattutto sul comparto decennale, portando il differenziale 2-10 anni da 268 a 260pb. I volumi scambiati sul T-note future decennale hanno raggiunto il record di oltre 2 milioni di lotti.
L’andamento del mercato obbligazionario è sotto il riflesso diretto di quanto accaduto per gli indici azionari che nel corso della seduta sono arrivati a perdere fino a circa il 9% per poi chiudere in calo di circa il 3%.
La forte escursione potrebbe essere stata causata da un errore di imputazione di ordini nel sistema al punto da indurre la Sec insieme alla Cftc (l’organo di vigilanza sul mercato dei derivati su materie prime) ad aprire un’indagine, tuttora in corso, per porre in essere una verifica di una “unusual trading activity”, in stretta collaborazione con i principali mercati di scambio.
Nel comunicato congiunto Sec-Cftc si legge che saranno resi noti pubblicamente i risultati di tale indagine. Dall’altro lato i commenti degli operatori ed analisti fanno oggi riferimento anche all’impatto anche negli Usa delle turbolenze sui mercati europei. Oggi focus sui dati sul mercato del lavoro di aprile.
Valute: forti oscillazioni per l’euro vs. dollaro. Dopo aver registrato un progressivo deprezzamento durante la sessione londinese fino a 1,2655. Successivamente le forti escursioni dei listini azionari Usa hanno rapidamente portato il cross in prossimità di 1,25 per poi ritornare questa mattina sopra 1,27.
Il recupero è avvenuto dopo le dichiarazioni del ministro delle finanze giapponese secondo cui oggi i paesi del G-7 hanno in programma una conference call intermente dedicata alla crisi greca. Il cross ha così sostanzialmente pareggiato il livello già toccato nel mese di marzo 2009. Il primo livello di resistenza si colloca in area 1,28.
Movimenti ampi per lo yen culminati in un velocissimo e fortissimo apprezzamento durante il crollo temporaneo della borsa Usa. La BoJ stanotte ha comunicato che immetterà 22Mld$ nel sistema finanziario per mantenere i mercati stabili. Il cross vs dollaro si è spinto fino al supporto 88 per poi recuperare velocemente oltre soglia 91. Altissima volatilità anche per l’euro/yen arrivato in prossimità di 110,50 per poi rimbalzare violentemente e tornare in area 117. Penalizzata la sterlina vs. Dollaro (ai minimi da circa un anno) dopo l’esito elettorale.
Materie Prime: ancora una giornata caratterizzata da forti ribassi delle commodity a causa dall’apprezzamento del dollaro e delle rinnovate tensioni sui mercati. Negativi gli energetici guidati dal greggio (-3,6%), sceso sotto quota 78 $/b. In calo anche i metalli industriali ad eccezione del piombo (+3,2%). In forte rialzo il prezzo dell’oro (+1,9%) che ha raggiunto un nuovo record a 950€/oncia. Tra gli agricoli, continuano a scendere le quotazioni dello zucchero (-5,2%).
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