Oggi e domani il Consiglio europeo, il primo dopo le elezioni del Parlamento europeo, si riunisce a Bruxelles. Tra i punti all’ordine del giorno spicca l’emergenza sui cambiamenti climatici in vista del vertice sull’azione per il clima convocato dal Segretario generale delle Nazioni Unite per il 23 settembre 2019.
Obiettivo: mettere a punto la strategia che l’Europa vorrà portare avanti in materia di riduzione delle emissioni in grado di incidere sul clima. Come noto, infatti, secondo i calcoli delle Nazioni Unite, le promesse fatte finora non sono affatto sufficienti. Si tratta dei cosiddetti Indc (Intended nationally determined contributions), ovvero gli impegni assunti in modo ufficiale dai governi prima della Cop 21 di Parigi, nel 2015.
Al momento 22 governi, compreso quello italiano, stanno supportando la proposta della Commissione Europea per un obiettivo “Emissioni Zero” al 2050, ed è in fase di discussione l’innalzamento dell’obiettivo del 40% di riduzione delle emissioni al 2030.
In questo contesto, Greenpeace chiede in particolare ai leader Ue un taglio delle emissioni del 65% al 2030, per arrivare a emissioni zero entro il 2040.
“I cambiamenti climatici sono una minaccia globale e le persone in tutto il mondo stanno già vivendo gli effetti della crisi climatica – ha detto Luca Iacoboni, responsabile della campagna clima ed energia di Greenpeace Italia all’agenzia AdnKronos – L’Ue e la nuova Commissione europea devono rendere la questione climatica una priorità, agendo immediatamente per ridurre le emissioni e inchiodando alle proprie responsabilità le grandi aziende che inquinano il Pianeta”.
“Gli attuali impegni globali ci proiettano verso un aumento medio della temperatura globale di oltre 3°C, mentre la soglia rintracciata dalla scienza per evitare le conseguenze peggiori del cambiamento climatico è di soli 1.5°C. È evidente che i leader mondiali devono fare di più, e devono farlo subito, schierandosi dalla parte dei cittadini e non delle grandi aziende che fanno profitti inquinando il Pianeta e mettendo a rischio le nostre vite”, ha concluso Iacoboni.