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Cambiamento climatico, scende anche il valore degli immobili. I rischi

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Il nord Italia continua a subire l’inclemenza del maltempo, con un forte temporale che ha colpito nella giornata di ieri Verona, causando danni significativi tra cui l’abbattimento di diverse piante, tetti scoperchiati e una decina di semafori danneggiati.

Anche la città di Milano è stata colpita dalla furia del vento e dell’acqua, con numerosi alberi sradicati che sono finiti in strada o sopra le automobili, oltre a episodi di allagamenti. Nubifragi sono stati registrati anche in Alto Adige e in diverse città della Lombardia come Brescia e Cremona.

Il mercato immobiliare messo alla prova dal cambiamento climatico

L’Italia negli ultimi tempi è esposta a un elevato rischio idrogeologico. Secondo uno studio della Banca d’Italia pubblicato il 12 maggio scorso, un quarto delle abitazioni italiane è soggetto al rischio di alluvione, con una perdita stimata di almeno 3 miliardi di euro all’anno. Il documento si concentra sulla misurazione del pericolo di alluvione utilizzando principalmente le mappe di pericolosità diffuse dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), aggiornate al 2020 e sviluppate con il contributo delle Autorità di Bacino Distrettuali (ABD).

Per ISPRA, il 20% della popolazione risiede in zone potenzialmente soggette ad alluvioni, mentre il 2,2% si trova in zone ad alto rischio di frane. In questa situazione, il cambiamento climatico rappresenta un fattore critico, poiché si prevede un aumento della frequenza di fenomeni meteorologici estremi, con conseguenze significative per le famiglie e l’economia del paese.

Dal rapporto emerge che l’area più a rischio è il Distretto idrico del Po. In termini di superficie abitativa, La regione con la maggiore perdita annua attesa in termini relativi è l’Emilia Romagna (0,71 per cento della ricchezza abitativa), per via sia della presenza del fiume Po sia del diffuso reticolo di canali secondari. Le altre regioni che presentano elevati rischi sono la Toscana e la Liguria, con una perdita annua attesa dello 0,5 per cento. Le regioni con il minore rischio sono il Molise e la Basilicata, dove la perdita annua attesa è inferiore allo 0,05 per cento.

Secondo il report, il valore delle abitazioni potenzialmente esposte ad alluvioni è prossimo a 1.000 miliardi di euro (ai valori del 2020), circa un quarto del totale, e la perdita annua attesa che ne deriva è stimabile nell’ordine dei tre miliardi di euro.

Il patrimonio abitativo in Italia

Come abbiamo visto, molte abitazioni italiane sono in zone dove spesso avvengono fenomeni meteorologici estremi, che possono incidere sul valore degli immobili. Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna sono nella top 10 delle aree europee più a rischio di eventi estremi, secondo un’analisi globale del patrimonio immobiliare e del territorio compiuta da Xdi-The Cross dependency initiative, società di analisi che quantifica i costi del cambiamento climatico.

E infatti, se si guarda geograficamente il patrimonio abitativo italiano, secondo lo studio dell’Agenzia dell’Entrate “Analisi territoriale del valore del patrimonio abitativo”, il valore delle proprietà risulta concentrato principalmente al Nord, rappresentando poco più del 50% del totale del patrimonio residenziale nazionale, mentre la restante metà è suddivisa tra l’area del Centro e l’area del Sud e delle Isole. Nel confronto con il 2019, la distribuzione dei valori rimane sostanzialmente stabile. Analizzando la distribuzione geografica del valore complessivo del patrimonio residenziale (case e immobili accessori), indipendentemente dai proprietari, emergono la Lombardia e il Lazio come le Regioni più ricche, con rispettivamente 1.033,3 e 709,2 miliardi di euro. Per Veneto ed Emilia-Romagna, le due regioni più a rischio di eventi estremi, sono 510,9 e 461,8 miliardi.

In totale, nel Nord-Ovest il valore complessivo residenziale è di 1.695,1 miliardi di euro, al Nord-Est 1.289,8, poco superiore il centro con 1.381,6, molto meno Sud e Isole rispettivamente con 995,1 e 485,6 miliardi. Per quanto riguarda il Nord, moltissime di queste case sono costruite in zone adesso considerate a rischio, con la possibilità di perdere miliardi di euro in alluvioni e crisi climatiche varie.

In Italia per ora l’unica mossa compiuta verso l’arginamento dei problemi ambientali è affidata ai bonus ristrutturazione, green e sisma, che secondo fonti dell’Agenzia delle Entrate hanno convogliato circa 30 miliardi di euro. Ma di lavoro per ristrutturare il vetusto patrimonio immobiliare italiano ce n’è ancora molto: secondo Scenari Immobiliari, l’istituto Indipendente di studi e ricerche l’incidenza della ristrutturazione, nel comparto terziario si ferma al 3% per un 1,3% di riqualificato mentre le unità commerciali sono ristrutturate solo per meno del 2% del totale e riqualificate per meno dell’1%.

Quando scende il valore immobiliare a causa del cambiamento climatico

Oltre a danneggiare gli immobili, il cambiamento climatico porta anche a far perdere l’appeal di una casa e quindi a incidere sul valore degli immobili. Il Rapporto del McKinsey Global Institute “Climate risk and response: physical hazards and socio-economic impacts” del 2020 sottolinea per la prima volta come diversi aspetti legati ai cambiamenti climatici possano avere un deciso impatto anche sugli asset immobiliari. Lo studio, tra l’altro, ipotizza svalutazioni medie sul prezzo degli immobili quantificabili tra il 15% e il 35% entro il 2050 legate all’impossibilità di mitigare e adattarsi ai rischi climatici di medio-lungo termine.
Gran parte degli edifici nel nostro parco immobiliare attuale risultano estremamente inefficienti dal punto di vista energetico, a causa della loro vecchia costruzione e spesso sono esposti a rischi significativi dovuti alla conformazione del territorio. Questa situazione mette in evidenza l’importanza della riqualificazione di un numero crescente di immobili nel minor tempo possibile. È essenziale ricordare che il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici contribuisce direttamente alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.