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“L’intoccabile” Carminati portò 4 milioni ai partiti per Finmeccanica

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ROMA (WSI) – Fondi neri, tangenti e frodi: Massimo Carminati, soprannominato l’ultimo Re di Roma, un criminale neo fascista membro della Banda della Magliana passato agli onori della cronaca recente per gli scandali emersi con l’inchiesta soprannominata dagli inquirenti “Mafia Capitale“, avrebbe portato 4 milioni di euro ai partiti per Finmeccanica.

È quanto emerso dal processo nell’aula bunker dell’inchiesta “Mondo di mezzo”. Insieme a Paolo Pozzessere, l’ex direttore commerciale di Finmeccanica arrestato nel 2011 per corruzione internazionale, ha costruito con il tempo rapporti con dirigenti e consulenti della multinazionale della Difesa italiana.

É l’avvocato di Libera, Giulio Vasaturo, parte civile, a introdurre l’argomento davanti al presidente Rosaria Ianniello chiedendo al maresciallo del Ros Roberta Cipolla quanto pesasse quella frequentazione sul curriculum del ‘Cecato’.

“Il maresciallo – racconta Ilaria Sacchettoni del Corriere della Sera – si affida alle intercettazioni e ripercorre i dialoghi fra il ‘Nero’ e Pozzessere come pure la conversazione significativa intercorsa fra Salvatore Buzzi e la sua compagna, Alessandra Garrone”.

“Ma lo sai che mi dice Massimo? Lo sai perché Massimo è intoccabile? – dice Buzzi – Perché era lui che portava i soldi per Finmeccanica! Bustoni di soldi! A tutti li ha portati Massimo! Non mi dice i nomi perché non me li dice…tutti! Finmeccanica! Ecco perché ogni tanto adesso…4 milioni dentro le buste! 4 milioni! Alla fine mi ha detto Massimo è sicuro che l’ho portati a tutti! Tutti! Pure a Rifondazione!”

Lo stesso Buzzi ha confermato questi fatti durante il colloquio in carcere con i magistrati Ielo e Prestipino del 22 luglio 2015, quando ha rivelato che “Carminati c’aveva due segreti…. Portò 4 milioni ai partiti per Finmeccanica”.

Nel 2014 Carminati è stato arrestato insieme ad altri 36 presunti delinquenti con l’accusa di aver creato una rete di corruzione che si è infiltrata nell’amministrazione pubblica della capitale. È stato incriminato per frode, riciclaggio di denaro, appropriazione indebita e tangenti.

Gli avvocati della difesa dell’ex membro del gruppo eversivo di ispirazione neofascista Nuclei armati rivoluzionari hanno tentato di ridimensionare l’ipotesi e alimentare la suspense sulla versione che Nero si preparerebbe a fornire al processo: “Il mio cliente parlerà anche di questo” è andato ripetendo l’avvocato Giosuè Naso, che come riportato dal Corriere “in aula ieri ha preferito attaccare ancora una volta i giornalisti”.

Il marasciallo del Ros Roberta Cipolla ha anche dato un resoconto del rapporto che Carminati aveva con Marco Iannilli, commercialista di Lorenzo Cola (Finmeccanica) e “gola profonda” dell’inchiesta Mafia Capitale. Ne emergono le relazioni fra l’associazione mafiosa e “le realtà che agiscono nell’economia”.

Mokbel, la truffa più grossa mai fatta a Roma

In aula si è tornati a parlare di Gennaro Mokbel, imprenditore romano massone vicino a Lorenzo Cola e alla politica, anche lui di estrazione di estrema destra, che in passato ha pure cercato di stringere un’alleanza politica con la Lega Nord. Dal caso Telecom Italia Sparkle-Fastweb alle tangenti Finmeccanica, le mani del criminale Mokbel sono ovunque ma solo dove conta.

In aula Carminati gli dedica un appellativo dispregiativo (“cazzone”).

“C’hai la truffa (Telecom Sparkle, ndr) fai il truffatore, che ne so.. hai fatto la truffa più grossa che sia stata mai fatta a Roma.. …almeno ..inc…. a Roma, che cazzo, basta, pijate i soldi, sparisci invece loro continuano a fare le loro cose sotto l’occhio dei carabinieri..”.

L’intervento di Carminati in favore di Iannilli oggetto di una tentata estorsione da parte di Mokbel è una prova ulteriore, secondo i pm, dell’indiscussa fama criminale del ‘Nero’.

Mokbel aveva stretti legami con la famiglia Arena della cupola mafiosa calabrese dalla ‘Ndrangheta e pare fosse in contatto o abbia cercato di intrattenere rapporti con alte cariche della politica ed esponenti di primo piano in parlamento, come Gianfranco Fini, Nicola Di Girolamo (che ha fatto candidare nelle liste Pdl alle elezioni politiche del 2008), nonché di due pregiudicati della politica italiana, Aldo Branchet e Giuseppe Ciarrapico.

L’indagine sullo scandalo Mokbel ha permesso di portare alla luce scandali che parlano di società veicolo, fondi neri e tangenti e che vedono coinvolti dirigenti di Fimeccanica, un gruppo da 18 miliardi di euro di fatturato e 77 mila dipendenti.

Come denunciato da Report, trasmissione di inchieste su Rai Tre condotto da Milena Gabanelli, l’imprenditore di origini egiziane ha anche inventato, allacciandolo tra Europa e Italia, un sistema per guadagnare un mucchio di soldi che andavano a ingrossare le tasche di alcune società off-shore.