L’ombra della recessione mondiale si abbatte sui mercati a fine marzo. L’incertezza sulla Brexit e i persistenti timori sullo stato di salute dell’economia – dai rischi di contrazione del PIL in Germania alla possibile inversione della tendenza negli Stati Uniti fino alla frenata dell’attività della potenza cinese – hanno compromesso il sentiment dei trader nelle ultime sedute.
Oggi sono arrivati nuovi segnali di rallentamento dell’economia dal fronte macro e societario. I consumatori tedeschi e i dirigenti industriali francesi sono meno fiduciosi. La società di ricerche GfK ha comunicato un deterioramento a marzo del morale dei consumatori in Germania, dove la gente è meno propensa a spendere soldi in nuovi beni e prodotti (vedi grafico).
Intanto la fiducia delle fabbriche francesi è scesa ai minimi di quasi due anni e mezzo. L’agenzia di statistica INSEE ha reso noto che la fiducia del mondo industriale e manifatturiero, compromessa dalle continue proteste dei gilet gialli, è calata a 102 mesi dai 103 di febbraio. In ambito di notizie aziendali, sono arrivati i profit warning di Samsung e di Ferguson, gruppo quotato alla Borsa di Londra specializzato in impianti idraulici e di riscaldamento.
Curva dei rendimenti Usa: prima inversione in 12 anni
A Westminster il parlamento ha preso in mano la situazione dopo il passaggio di un emendamento che cambia le carte in tavola sulla Brexit. D’ora in avanti sarà la Camera dei Comuni e non il governo a decidere quale scenario si materializzerà il 22 maggio. Con l’Eurozona in frenata, la Cina che fa fatica a trovare un accordo commerciale con l’America non ci sono tante notizie positive a cui aggrapparsi.
Il calo dei rendimenti dei Bond governativi americani, poi, non fa che alimentare il nervosismo. Con i soldi che affluiscono nei titoli di Stato Usa, il debito a lungo termine offre ora un rendimento più basso della scadenza a uno e tre mesi. È un segnale del fatto che i mercati scontano una frenata brusca dell’attività economica. Forse persino di una recessione. È la prima inversione della curva dei rendimenti tra Treasuries a 10 anni e a tre mesi dal 2007.
David Madden di CMC Markets commenta così: “gli investitori sono consapevoli del fatto che l’economia Usa abbia una salute di ferro e che la crescita non si è ancora raffreddata nel 2019. Allo stesso tempo, tuttavia, non se la sentono di ignorare l’andamento dei rendimenti: l’inversione della curva si è dimostrato un indicatore affidabile di recessione” in arrivo.