BRUXELLES (WSI) – Ennesimo colpo di scena nella vicenda che vede coinvolti Beppe Grillo, Niegel Farage e Guy Verhofstadt a capo del gruppo Alde. Ricapitolando i fatti brevemente, domenica il leader del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo aveva indetto una votazione on line con cui ha chiesto agli iscritti se continuare a rimanere nell’Europarlamento con il gruppo di Niegel Farage, antieuropeista, anti-euro e sostenitore della Brexit o passare al gruppo europeo e liberale dell’Alde, diventando così la terza forza politica in seno al Parlamento Ue.
Dopo che gli iscritti hanno votato per abbandonare Farage e passare con l’Alde, con il cui presidente il belga Verhofdasts c’era stato un preaccordo datato 4 gennaio 2017, l’Alde chiude la porta al Movimento Cinque Stelle.
Un voltafaccia che ha fatto infuriare Grillo e Davide Casaleggio e tutti gli attivisti, comunque destabilizzati dalla scelta del loro leader di cambiare radicalmente casacca.
Grillo dal suo blog annuncia così di rimanere dell’Efdd, con Niegel Farage con cui ha avuto, come scrive lui stesso insieme a Davide Casaleggio una conversazione riappacificatoria via Skype.
“Fallito l’accordo con il gruppo ALDE, abbiamo rispettato la volontà espressa dalla rete applicando la seconda scelta più votata dai certificati: rimanere nel gruppo Efdd (…) Dopo i risultati della votazione è scoppiato il caso mediatico. Un intero sistema ha tremato. Verhostadt, che oggi si propone come negoziatore per la Brexit dovrebbe solo vergognarsi, perché da meschino si è piegato alle pressioni dell’establishment. “In Europa per l’Italia” era il nostro slogan per le elezioni del 2014, il nostro programma non cambia di una virgola e non sarebbe cambiato con l’ingresso in un altro gruppo”.
Il rapporto con Farage si è ricucito sì ma alle condizioni dettate dal leader dell’Ukip. Per prima cosa l’antieuropeista Farage ha chiesto la testa di David Borrelli che viene così escluso dal ruolo di copresidente del gruppo. Lo stesso Grillo dal blog scrive:
“David Borrelli, che ringrazio, ha portato avanti una trattativa per cercare di rendere più efficace la realizzazione del nostro programma, che continueremo a portare avanti in EFDD”.
Altri fuoriusciti sono Fabio Massimo Castaldo, candidato alla vicepresidenza del Parlamento Ue da due anni e mezzo, che ha annunciato di non volersi ripresentare alla carica, Piernicola Pedicini, candidato del gruppo alla presidenza del parlamento. Tra gli altri diktat che Niegel Farage avrebbe imposto a Grillo il referendum popolare sulla moneta unica.
Grillo poi elenca le “battaglie che abbiamo combattuto continueremo a combattere in Europa, per l’Italia!” tra cui il superamento del regolamento di Dublino, firmato dal governo Lega-Berlusconi, attuare una piena transizione energetica dell’Italia e dell’Europa, lotta contro la commercializzazione di OGM, di pesticidi pericolosi come il glifosato, temi della Rete e dello Sviluppo tecnologico e infine la battaglia per togliere le sanzioni alla Russia – “è un partner economico e un alleato contro il terrorismo, non un nemico”.
E ancora sul suo blog il leader del M5S torna a rilanciare l’ipotesi referendum sull’euro.
“La moneta unica deve essere sottoposta a un referendum popolare, affinché i cittadini decidano il rimanere o meno dell’Italia all’interno dell’Eurozona» ed elenca le «battaglie che abbiamo combattuto continueremo a combattere in Europa, per l’Italia!». Tra queste c’è anche che «la Russia, partner economico e un alleato contro il terrorismo, non un nemico. Il M5s si è battuto e si batte per la cancellazione immediata delle sanzioni alla Russia».